Scotti: «Medici napoletani "impreparati" ad affrontare la rivoluzione degli orari»

Scotti: «Medici napoletani "impreparati" ad affrontare la rivoluzione degli orari»
Sabato 21 Novembre 2015, 15:33 - Ultimo agg. 20 Novembre, 17:59
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«I diritti dei Medici non possono trasformarsi in assistenza negata, la politica ha la responsabilità di quanto sta per accadere». Così i presidenti degli Ordini dei Medici della Campania esprimono grande preoccupazione «per l'assoluta impreparazione con la quale in Campania ci si avvia alla »rivoluzione« della Sanità. L'Italia sta per adeguarsi al resto d'Europa, dal 25 novembre le ore massime di lavoro settimanale per i medici saranno 48, i turni più lunghi di 13 ore al massimo e ci saranno 11 ore di riposo minime garantite». «Si cambia in meglio - dice Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli e portavoce della Federazione Regionale - ma si cambia senza aver pianificato nulla. Noi tutti difendiamo e sosteniamo l'adeguamento al quale stiamo andando in contro, ma riteniamo sia poco coscienzioso da parte del Governo non aver predisposto le misure atte a garantire una piena copertura dei turni di lavoro, e quindi la garanzia di una valida assistenza ai cittadini.
In poche settimane la sanità Campana rischia di finire nel caos, in qualche mese gran parte delle prestazioni ai cittadini potrebbe essere tagliata». Per i presidenti dei Medici della Campania «una buona notizia potrebbe trasformarsi in un grosso problema. Molti ospedali della regione si troveranno a far fronte a un'improvvisa carenza di personale¯. Non sono pochi i nosocomi che riescono a garantire assistenza solo grazie a medici, infermieri e altri professionisti della sanità che si sottopongono a turni massacranti per rimediare alle sofferenze di organico imposte dal blocco del turn-over nelle assunzioni. In regioni come la Campania il Lazio, il Molise e la Calabria (sottoposte a commissariamento) la situazione potrebbe diventare ben presto critica».
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