Metropolitana di Napoli, l'arte è al buio: il mare non brilla più

Metropolitana di Napoli, l'arte è al buio: il mare non brilla più
di Gennaro Di Biase
Sabato 22 Febbraio 2020, 08:30 - Ultimo agg. 09:25
4 Minuti di Lettura

Degrado dell'arte in metro, danni alle opere anche delle stazioni di Toledo e Dante. Siamo alla terza tappa del viaggio nelle fermate partenopee, e dopo le vandalizzazioni documentate nei giorni scorsi su queste pagine alle installazioni di Materdei e Salvator Rosa, oggi è il turno di altri due gioielli della linea 1. Dopo le opere di Sol LeWitt e Domenico Paladino, oggi piangono quelle di Joseph Kosuth e Robert Wilson. Tutti grandi artisti, tutte grandi firme dell'arte contemporanea, i cui lavori, per assenza di manutenzione e sorveglianza o a causa di gesti incivili, sono ormai pesantemente danneggiati. Sono circa 200 le opere sparse nelle fermate della Linea 1, e costarono milioni all'epoca della costruzione delle stazioni. Oggi, che sono imbrattate, distrutte o vandalizzate, andranno spesi altri soldi per restaurarle.

LEGGI ANCHE Museo della metro, progetto al palo

Il mare non luccica. Sono ben 14 i pannelli led anneriti e fermi. Più o meno un terzo di quelli che compongono l'intera opera di light box firmata da Robert Wilson: By the sea... you and me, del 2012. Le luci dei led danneggiati sono impazzite, intermittenti, tanto che fissarle a lungo potrebbe dare fastidio a chi soffre di disturbi. Anche se l'installazione fu realizzata proprio per fissare la danza delle onde che si muovono, grazie alla tecnologia lenticolare, al passaggio del visitatore. Siamo a Toledo, nella stazione capolavoro citata dal New York Times, meta quotidiana di decine di turisti che ammirano lo sfiatatoio e i mosaici. Il mare appena increspato di Wilson è messo male, purtroppo. Abbandonato a se stesso. «Sono tornato a Napoli da Catania, dove vivo, per festeggiare il compleanno - dice Marco Iorio - Ho portato la mia ragazza a vedere la metro di Toledo e i pannelli difettosi ci hanno dato fastidio alla vista». Le opere dell'uscita di Montecalvario, per fortuna, sono in buone condizioni, come i mosaici. Le pareti gialle che si incontrano prima dello sfiatatoio, però, sono annerite dal tempo. Anche i poligoni esterni, su via Toledo, sono stati imbrattati da scritte inutili.

LEGGI ANCHE Vandali a Salvator Rosa: deturpate le opere di Paladino

«Queste cose visibili»: così si chiama la scritta di neon tubolari bianchi usati da Joseph Kosuth, uno dei padri dell'arte concettuale, per l'atrio della metro di Dante. Le frasi non si vedono più, e i neon sono spenti e rotti in tre punti diversi. La citazione sulla percezione visiva tratta dal Convivio di Dante, scelta da Kosuth per omaggiare il sommo poeta che dà il nome alla piazza della stazione, è illeggibile. Un peccato anche economico. Ovvio che il valore di un'opera sia variabile, e che dipenda dalla sua storicità specifica, ma «una scritta al neon di Kosuth - spiega un gallerista - lunga 280 centimetri ha realizzato di recente 40mila dollari all'asta». Le grandi installazioni di Kosuth, non quella della metropolitana di piazza Dante nello specifico, sono valutate di solito centinaia di migliaia di euro. Anche Intermediterraneo, l'opera di Michelangelo Pistoletto, firma di spicco dell'Arte Povera, è deturpata da una scritta accompagnata da falce e martello, fatta dall'incivile di turno con bomboletta spray rossa. I frammenti del grande specchio che compongono il profilo del Mediterraneo sono ora accompagnati da una firma vandalica. «Lo specchio del Mare Mediterraneo - aveva detto l'artista dopo la realizzazione dell'opera - riflette le origini delle civiltà orientali, europee e nordafricane.

Nello stesso specchio si rifletterà la civiltà di domani». Dalla civiltà e dal suo contrario, almeno nella metro di Dante. Intorno alla banchina della stazione piove copiosamente in un secchio messo in un'area transennata, ma questa è un'altra storia. Intanto piange l'arte della metropolitana. Sono due i progetti in programma per il restyling e la manutenzione: la firma l'altro ieri della convenzione tra Anm e l'Accademia di Belle Arti e la trattativa per il Mam (Museo Aperto della Metropolitana, il cui progetto fu presentato nel novembre del 2018). Gli sponsor privati, pronti da oltre un anno con 1,5 milioni di fondi per la manutenzione delle opere, sono in attesa dell'ok definitivo da parte del Servizio Beni Culturali e dell'Ufficio di Gabinetto del Comune.

© RIPRODUZIONE RISERVATA