Migranti a Torre del Greco, la città
leghista dice no: parroco sotto accusa

Migranti a Torre del Greco, la città leghista dice no: parroco sotto accusa
di Gigi Di Fiore
Martedì 25 Aprile 2017, 09:38 - Ultimo agg. 12:12
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Torre del Greco. I due manifesti, con scritte in colore rosso e nero, campeggiano ancora sulla litoranea. «300 clandestini in arrivo, Torre del Greco non li vuole» ammoniscono gli iscritti a Forza Nuova, da tre anni molto attivi in città. Sabato scorso hanno raccolto un centinaio di firme sotto il gazebo allestito in piazza Santa Croce. E si fanno interpreti della non accoglienza, con tanto di hashtag di sapore leghista e di identificazione padana. Il loro leader, il ferroviere Ciro Andretti, precisa: «Critichiamo il meccanismo di assegnazione. Non abbiamo i mezzi per accoglierli, lo sanno tutti i torresi».

È solo una tessera del mosaico di una campagna contro i 278 immigrati che la Prefettura, nel rispetto della ripartizione nazionale, vuole sistemare nella cittadina torrese dal prossimo luglio. Il sindaco Ciro Borriello, già deputato della destra e oggi salviniano convinto, guida la crociata. E ripete da giorni: «Siamo indisponibili ad accogliere gli immigrati, non si possono ospitare tutti i fuggitivi dall’Africa». E aggiunge: «Abbiamo già i nostri problemi, Torre del Greco è una città in ginocchio per la crisi, non possiamo rischiare un ulteriore degrado con la stagione estiva in arrivo».

La città dei fiori, la città dei coralli, la città dei marittimi. Torre del Greco ha vissuto molti splendori in passato, i suoi artigiani del corallo sono così famosi nel mondo che la loro lavorazione è patrimonio immateriale dell’Unesco. Un’industria in crisi, che vive nella tradizione di famiglie illustri come gli Ascione, i De Simone, gli Aucella. Ricordi del passato sono anche le grandi coltivazioni di tulipani, con grandi aziende oggi ridotte a quattro. Per non parlare del crack da 800 milioni della gloriosa società armatrice Deiulemar, che ha coinvolto 13mila famiglie rimaste senza più risparmi, persi dopo il fallimento.

«Ecco, non è certamente un buon periodo per l’economia nazionale e cittadina - dice l’assessore alle politiche sociali, Domenico Balzano - Ogni giorno vengo preso d’assalto da gente con difficoltà quotidiane, senza lavoro, senza casa, senza possibilità di mangiare. Come possiamo, in questo momento così difficile, pensare di ospitare gli immigrati che vuole destinarci la Prefettura? Non abbiamo nessuna sede da poter utilizzare, per questo non presenteremo il piano Sprar. Dovrà pensarci la Prefettura. Anche se girano voci che ci sia qualcuno pronto a farsi carico, prendendo i 35 euro a immigrato, dell’accoglienza».

Boatos senza conferma. C’è chi si dice sicuro che l’Hotel Holiday sulla litoranea sarebbe disponibile ad ospitare parte degli immigrati a pagamento. Almeno qualche decina dei 278 extracomunitari da alloggiare in varie sedi. Ma su questa voce non c’è conferma. E aggiunge l’assessore Balzano: «Sarebbe strano, con la stagione balneare in arrivo che dà lavoro a 14 stabilimenti sul lungomare. Noi in passato ci siamo fatti carico di sei senza tetto, sistemandoli in nostre strutture. Poi, abbiamo stanziato 10mila euro per far tornare a casa loro dei Rom che da anni vivevano in campi degradati. Abbiamo già dato, ora davvero non possiamo farci carico dei 275 immigrati. Ci pensi il santuario del Buon Consiglio che sembra stia già predisponendo dei lavori per accoglierli a pagamento».


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