Migranti accolti nel centro di Marechiaro
giochi per dimenticare l'odissea in mare

Migranti accolti nel centro di Marechiaro giochi per dimenticare l'odissea in mare
di Maria Elefante
Lunedì 29 Maggio 2017, 15:05 - Ultimo agg. 20:13
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Poco prima dell’ora di pranzo al centro polifunzionale San Francesco d’Assisi a Marechiaro squilla il cellulare della responsabile. È la comunicazione dell’arrivo di altri sei migranti sbarcati la scorsa notte a Napoli.  Lia Colucci fa partire subito la macchina dell’accoglienza. Le donne che organizzano le stanze, corrono nei depositi a prendere i generi di prima necessità. Asciugamani di carta, qualche vestito, intimo, sapone, spazzolino e dentifricio. Sistemano tutto in alcune stanze e poi attendono l’arrivo dei ragazzi.
 



Il centro polifunzionale di Marechiaro è una struttura comunale che oggi ospita circa 60 migranti. Due edifici e una palazzina bianca e gialla che si incontrano a metà strada sulla discesa che porta alla famosa finestrella. L’istituto è dedicato ai minori svantaggiati che ogni giorno arrivano per seguire un programma di inclusione, teatro di animazione con le classiche guarattelle e uno spazio ludico con ping-pong e  calciobalilla.  E da ieri a giocare ci sono i giovani migranti accolti momentaneamente nella struttura. Qualcuno è scalzo, altri hanno rimediato delle scarpe. Qualche minuto di divertimento per cominciare a dimenticare i giorni drammatici che hanno dovuto vivere  per arrivare in Italia. 

Ad accoglierli il buon cuore dei napoletani che non appena saputo del loro arrivo hanno donato i generi di cui avevano bisogno. «Abbiamo rivolto un appello alla comunità  - ha spiegato Lia Colucci – e ci hanno risposto in molti. Ma chiediamo di non portarci cose usate». Tanto lavoro anche per i mediatori culturali. Dilal dell’associazione Dedalus ha 19 anni ed è arrivato in Italia dal Bangladesh nel 2015. Anche lui è arrivato su una barca di plastica e come i ragazzi giunti al centro di Marechiaro ha trascorso 15 giorni fermo in Libia. Adesso parla discretamente l’italiano e vuole aiutare chi si sente spaesato: «Anche io sono arrivato con tanta paura – ha raccontato – voglio dare a questi ragazzi appena arrivati speranza e serenità. Ho cominciato a parlare con loro ma lo farò ancora, li abbiamo tranquillizzati, ora sanno che non sono più in pericolo di vita e solo in un secondo momento aiuterò questi ragazzi a capire cosa desiderano fare».  
 

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