Miriam Candurro: «La mia estate in attesa del Festival di Venezia»

Miriam Candurro
Miriam Candurro
di Ilenia De Rosa
Mercoledì 23 Agosto 2017, 17:45
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L’estate per Miriam Candurro è momento di bilanci. L’attrice, conosciuta al grande pubblico come la Serena di «Un posto al sole», ama trascorrere il mese di agosto pensando ai traguardi raggiunti e agli obiettivi nuovi. Quest’anno, però, c’è qualcosa in più.

Miriam, che ruolo ha l’estate nella sua vita?
«E’ un periodo in cui mi piace riflettere su ciò che ho realizzato e ciò che vorrei ancora costruire, sempre con grande serenità. Questo mese di agosto, però, è stato diverso».
Perché?
«Parteciperò al Festival di Venezia con “Veleno”, di Diego Olivares, in programma dal 30 agosto al 12 settembre. Per me una gioia immensa. Uno dei miei più grandi obiettivi. Ho sempre inteso la presenza a questo festival come un riconoscimento del lavoro fatto, il segnale che si sta percorrendo la strada giusta. Per cui sto vivendo l’estate godendomi questo punto di arrivo che desideravo da un po'». 
Cosa ha significato per lei girare questo film?
«E’ stata un’esperienza forte. Il film parla della Terra dei Fuochi e, dunque, di una terra avvelenata dagli uomini che, a sua volta, trasmette la sua malattia alle persone. Il mio personaggio, al quale è difficile riuscire a dare una giustificazione, permette alla camorra di entrare nella sua famiglia. Nel film sono la cognata di Massimiliano Gallo e Luisa Ranieri, viviamo tutti nella stessa casa, fino a quando la camorra ci chiede di prendere possesso del terreno esterno all’abitazione per lo sversamento di materiali tossici, pagandoci bene. Il mio personaggio si mette contro i familiari. Inizialmente è legato ai suoi cari, molto lineare e corretto ma all’improvviso prende una direzione diversa. Per me è stato difficilissimo entrare nel personaggio. Quando un attore interpreta un ruolo ha sempre un po’ bisogno di dare una giustificazione razionale ai comportamenti ma in questo caso è stato complicato farlo».
Cosa le lasciano i personaggi che interpreta?
«Quando il film finisce restano dentro dei piccoli frammenti che fanno parte di me e che rientrano in gioco quando interpreto nuovi ruoli. Ho amato molto, ad esempio, il personaggio che ho fatto ne “I bastardi di Pizzofalcone”. Mi ha permesso di toccare una tematica molto forte, che non mi riguarda da vicino ma che purtroppo interessa tante donne: la violenza domestica e la scelta di restare o lasciare la persona a cui vuoi bene ma che ti fa del male».
Ci sarà una seconda stagione? Quando?
«Sì, iniziamo a novembre e il mio personaggio subirà una grande evoluzione. Anche in questo caso sarà complicato ma stimolante trovare una giustificazione per le scelte che farà».
L'estate sta per concludersi. Come è andata?
«Bene. Come sempre ho scelto posti tranquilli, lontani dal caos, poco turistici. Solitamento scarto le mete più gettonate e valuto le spiagge più adatte per i miei figli, che hanno 6 e 5 anni. L’esigenza principale è far star bene loro. Di conseguenza mi rilasso anche io. Amo molto il Salento».
Cosa fa solitamente sotto l’ombrellone?
«Mi piace leggere. Preferisco i romanzi. Ultimamente ho riscoperto la letteratura sudamericana, che amavo molto da ragazza. Mi piace portare al mare anche quei libri che hanno avuto successo durante l’inverno ma che non ho avuto tempo di leggere. Ad esempio la scorsa estate mi sono dedicata ai quattro volumi della Ferrante. Quest’anno leggerò quello di Alice Basso, giovane scrittrice. I libri, in pratica, nella mia borsa del mare non mancano mai».
Che ricordi ha delle estati da bambina?
«Porto nel cuore una vacanza in particolare. Avevo 8 anni e la mia famiglia decise di prendere in affitto una grande villa sul mare in un paesino del Cilento. Tra cugini, genitori, zii, nipoti, nonni, eravamo davvero in tanti. Ricordo un bellissimo ed enorme caos. E’ stata forse l’ultima estate vissuta con la spensieratezza di chi è una bambina e non ha ancora maturato la consapevolezza di sé, tipica della fase adolescenziale».
Quindi è particolarmente legata alle spiagge del Cilento?
«Non solo. Ho trascorso le mie estati da teenager nel napoletano. Andavo sempre a Capo Miseno con gli amici. Momenti della vita bellissimi. I più grandi prendevano le auto, facevamo ore di traffico in tangenziale senza aria condizionata per arrivare in spiaggia e “conquistare” il territorio attraverso teli, sdraio, ombrelloni portati da casa. Giocavamo per ore a pallavolo, a riva. E trascorrevamo la restante parte del tempo in acqua. Ora ho cambiato gran parte di quelle abitudini».
Quali?
«Innanzitutto non penserei neanche lontanamente di imbattermi di sabato nel traffico della tangenziale. Poi con il tempo ho cominciato a trascorrere più tempo in spiaggia, sdraiata al sole, piuttosto che in acqua. Oggi, quando vado al mare con i miei figli, è mio marito, infatti, a svolgere la parte attiva, organizzare giochi e intrattenere i bambini. Cerco sempre di godermi sole e relax».
Le piace cucinare?
«Mi piace di più mangiare ciò che cucina mio marito. Lui è molto bravo ai fornelli. La sua ultima creazione è una parmigiana di melanzane super light, dato che stiamo perennemente a dieta. Sono melanzane non fritte, molto leggere ma saporite».
Qual è il piatto forte di suo marito in estate?
«Riso venere con rucola e gamberetti. Lui prepara un pesto non con il basilico ma con la rucola, è buonissimo».
C’è una canzone in particolare che le ricorda l’estate?
«Life, di Des'ree, successone dell’estate 1998. La mia mente quando ascolta questa musica va sempre a quelle ore trascorse in tangenziale con gli amici per andare al mare durante l’adolescenza. Alzavamo al massimo il volume dello stereo, con i finestrini abbassati e cantavamo a squarciagola. Follie che facevo quando ancora nessuno mi conosceva come “la Candurro” della tv. Oggi non lo faccio più, ma in compenso lo fanno i miei figli».
E cosa cantano?
«Intonano le canzoni di Rovazzi, con relative coreografie. Mi fanno divertire un mondo. Però quando urlano troppo li rimprovero».
Ha ancora un sogno da voler realizzare?
«Pubblicare un libro. E, se tutto va bene, è un sogno che diventerà realtà a marzo. Si tratta di un romanzo scritto per Garzanti, è tutto quasi pronto, siamo nella fase dell’editing. Parla di due adolescenti che si aiutano a vicenda nel crescere e nel comprendere che la diversità non è un freno ma un valore aggiunto che permette di vivere la vita come unica, rispetto a quella degli altri».
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