Pompei. Caso molestie, i segreti del prete in sei computer

Pompei. Caso molestie, i segreti del prete in sei computer
di Susy Malafronte
Venerdì 15 Aprile 2016, 08:39 - Ultimo agg. 08:40
3 Minuti di Lettura

Pompei. I segreti del prete indagato per stalking e calunnia secondo la Procura di Massa Carrara nei sei computer sequestrati dai carabinieri negli ex alloggi di Pisa e Pompei. Al vaglio degli inquirenti centinaia di video registrati e migliaia di foto scattate da don Antonio Marrese, probabilmente all'insaputa degli altri protagonisti dei filmati, con la telecamera-sveglia trovata sul comodino della sua camera con l'obiettivo puntato sul letto.Timori per le indiscrezioni che potrebbero trapelare dall'inchiesta su don Antonio, ex vicerettore del Santuario mariano di Pompei e poi cappellano della 46esima brigata aerea di stanza a Pisa: allontanato qualche settimana fa dopo l'avvio dell'inchiesta.

Secondo i racconti raccolti dai magistrati e voci insistenti sarebbero decine le persone che si sarebbero servite di raccomandazioni fatte dal sacerdote per aiutare anche giovani militari, che si rivolgevano a lui per ad entrare nell'Arma. Intercettazioni ambientali e telefonate registrate: il prete «spiato» per mesi dagli inquirenti. Dopo lunghe intercettazioni e registrazioni i carabinieri di Pisa, su disposizione della Procura di Massa Carrara, hanno sequestrato anche il telefono cellulare di don Antonio Marrese.

Nuovi sviluppi nell'inchiesta potrebbero scaturire dalle conversazioni telefoniche oltre che dai filmati rinvenuti sul cellulare. I militari hanno ascoltato decine di persone informate sui fatti. Come accennato, nell'ambito delle indagini è stato sequestrato anche il telefonino cellulare del sacerdote, dopo che le sue telefonate sono state intercettate e registrate per mesi. Il sacerdote non ha mai nascosto il suo debole per la divisa da carabiniere. Nel corso delle perquisizioni domiciliari sono stati sequestrati, oltre a molto materiale «proibito» per chi ha scelto il voto di castità e povertà, sei computer, di cui uno di proprietà della 46esima Brigata Aerea, e due hard disk esterni. L'ex vicerettore del santuario è finito nei guai giudiziari a seguito della denuncia di un militare, originario di Boscotrecase, che, a differenza di alcuni colleghi, lo ha denunciato dopo aver rifiutato le molteplici avance sessuali del prete. A cacciarlo via dalla caserma di Pisa è stato, invece, con una telefonata, l'Ordinario Militare d'Italia, monsignor Santo Marcianò, quando il comandante della 46esima Brigata Aerea, generale Achille Cazzaniga, lo ha informato delle gravi e pesanti accuse che sono piovute sul capo del cappellano militare. I suoi modi eccessivamente «gentili», nei confronti di alcuni giovani militari, e la sua ostentata prontezza nel manifestare disponibilità a fare favori di ogni tipo, avevano subito dato il via a discussioni poco simpatiche che avevano turbato non poco il clima all'interno dei diversi ambienti pisani in cui si muoveva in qualità di cappellano del presidio militare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA