Napoli, movida anticipata, i residenti
esultano, i commercianti protestano

Napoli, movida anticipata, i residenti esultano, i commercianti protestano
di Maria Elefante
Mercoledì 23 Novembre 2016, 08:32 - Ultimo agg. 09:05
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«All'una e mezza quindi potremo andare a dormire?». A Chiaia i residenti per potersi coricare devono chiedere il permesso. E adesso che si discute di un'ordinanza che potrebbe far chiudere tutti i baretti e le attività all'una e trenta di notte, i toni tra imprenditori e residenti rischiano di diventare ancora più aspri. La chiamano movida violenta. Risse con feriti, spaccio e tanto inquinamento acustico. E quando il palcoscenico è di quelli «prestigiosi», il dedalo di vicoli che si intersecano a pochi metri di distanza dalla Riviera di Chiaia e dalla meravigliosa Via Caracciolo, la performance di questi protagonisti della vita sociale cittadina è destinata a suscitare maggior scalpore. Episodi del genere, considerati quasi normali quando accadono in altre piazze, soprattutto del centro storico, qui assumono una valenza diversa. Qui i residenti per tornare a casa hanno solo due possibilità: o rispettano il coprifuoco imposto dalla movida o subiscono. E si tengono le mazzate.



La signora Maria si lascia fotografare solo di spalle. Parla con noi e ci spiega quali sono i problemi della zona. Dice che lo racconta per l'ennesima volta e che nessuno si è mai preso la briga di darle una mano. Lei ha paura. L'abbiamo chiamata noi Maria. «Non voglio dire come mi chiamo, non voglio dire dove abito e non voglio nemmeno mostrare il mio volto perché ho paura - spiega con un filo di voce - io devo rincasare, molti vicini sono stati picchiati perché hanno osato chiedere permesso ai ragazzi che si intrattengono nella zona per poter aprire il portone del palazzo. Siamo arrivati a questo, ed è inaccettabile».


Eppure immergersi durante le ore diurne in quest'oasi di pace, elegante e ricca di vetrine lussuriose è l'attività preferita da famiglie, turisti e da quelli che amano lo shopping. Di sera la scena cambia e al pubblico compassato e in cerca di relax si sostituisce quello più giovane e frizzante che si da appuntamento per condividere attimi e momenti di vita quotidiana davanti a un drink o a una birra. Sono proprio queste le ore in cui qualcosa può andare storto, soprattutto nei fine settimana. Come è successo l'altra notte. Il giorno dopo, coloro che con la movida si confrontano quotidianamente perché ci lavorano, trattengono la rabbia a stento. Ma la convivenza non è semplice. «È normale che i residenti chiedano di dormire - spiega Valerio Maraniello gestore di un locale - Ma chiederci di chiudere all'1.30 mi sembra assurdo. Personalmente proporrei uno stop alcolico alle 2.30 e una chiusura alle 3 perché ci serve del tempo per riordinare e pulire». Insomma che qualcosa non va lo si percepisce. Così come sembra chiaro quale sia il problema.


«Rispetto a qualche anno fa c'è stata un'esplosione di locali» spiega Ciro Scognamillo gestore di un locale della zona dal 1997. Troppi per la conformazione territoriale del luogo. «Se un cicchetto lo trovi anche a 1 euro e la birra costa solo 2 euro. È chiaro che bastano appena 10 euro per ubriacarsi». Ecco che si manifesta una movida che si rivolta contro l'altra movida. «Ma qui si rischia l'assurdo - racconta invece Annamaria Rosati - mio figlio se usciva con la fidanzata il sabato sera poi doveva dormire in macchina a piazza Dei Martiri fino alle 4.30 del mattino perché non poteva passare. Io invece ho la camera da letto che confina con uno di questi locali e quando ho provato a lamentarmi, dopo un esposto e 3 querele verso il bar mi è stato proposto di cambiare la disposizione della casa e spostare la camera da letto».


«Ma bisogna andare oltre l'ordinanza - spiega invece il proprietario di un altro locale Francesco Mattiucci - Noi cerchiamo di cambiare mentalità e quindi arrivare ad una movida che possa ricordare quella che si vive sui navigli a Milano o nel centro storico di Firenze, ovvero un aperitivo che si consuma di pomeriggio fino alle 22.30». «Magari - incalza Ciro Scognamillo - proseguire con un dopocena che possa essere giusto un amaro, un digestivo e quindi imprimere proprio una cultura dell'aperitivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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