Nalbero piace solo nel weekend:
la vera sfida è San Valentino

Nalbero piace solo nel weekend: la vera sfida è San Valentino
di Pietro Treccagnoli
Giovedì 19 Gennaio 2017, 09:03
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Con il freddo di questi giorni e con tutto l'armamentario metallico che si ritrova, Nalbero svetta sulla Rotonda Diaz come una gelida torre. Un brivido reso ancora più intenso, durante la settimana, dalla solitudine, dalla latitanza dei visitatori che, passata l'abbuffata natalizia, si materializzano solo nei weekend, ammesso sempre che non piova a dirotto come domenica scorsa. In cima, per ammirare il Vesuvio e il Faito imbiancati in stile nipponico, si azzardano in pochissimi. Al bar molti tavolini sono riservati, ma all'ora dell'aperitivo non ce ne sarebbe bisogno, perché è tutto quasi libero. A pranzo nel ristorante erano in quattro e c'era solo l'imbarazzo della scelta per accomodarsi in una postazione panoramica. E ieri ne valeva la pena. Nei negozi del piano terra vedevate solo i commessi, un po' annoiati. Ingannavano il tempo con gli smartphone. All'ingresso non distribuivano nemmeno la card da restituire all'uscita che serve a tenere il conto dei visitatori. Tanto due in più o due in meno che differenza volete che faccia.
Alla libreria, Gennaro Gaglione conferma: «Nei weekend funziona, il resto della settimana molto meno. Il sabato e la domenica, però, ci avviciniamo ai livelli di Natale». Dal 9 di gennaio si tira avanti a fatica, anche se sabato passato un migliaio di paganti si è avventurato fin sopra alla terrazza panoramica e, complessivamente, sono stati contati circa tremila visitatori tra centro commerciale, bar e ristorante. Pure Pasquale Aumenta di Italstage che ha tirato su la pagoda ammette la sofferenza: «Nel mezzo della settimana è dura. Domenica, poi, il maltempo ci ha ammazzato.

Ma una fase di stasi era prevista. Gennaio è il mese nel quale si fermano persino i concerti». Così, adesso si guarda già avanti: «Gli ultimi quaranta giorni, fino all'8 marzo quando smonteremo Nalbero, saranno un gran finale». Si spera in San Valentino, Carnevale e Festa della Donna.

Le cifre complessive snocciolate, il primo tagliando postnatalizio, contano 66mila paganti e poco meno di 200mila visitatori. «Il rapporto è di uno a tre» spiega Aumenta. «Già dalla fine del mese il trend sarà al rialzo. Per il 27 gennaio è prevista un cena aziendale di una multinazionale tedesca, con 100-120 partecipanti. Si punta pure sulle feste e cerimonie private. Domenica scorsa, io stesso ho festeggiato il mio compleanno, con 150 persone, qui a Nalbero, nonostante il diluvio che s'è scatenato. Il 20, tempo permettendo, recupereremo la l'appuntamento del Cippo di sant'Antuono che era stato programmato, come per tradizione, il 17. Ma il maltempo ha fatto saltare tutto». Gennaio del nostro (loro) scontento, come vuole l'adagio scespiriano.

Ai tavoli del ristorante erano in quattro. Due coppie. Una era composta da marito e moglie, due medici, Giuseppe De Simone e Vera Cirillo, napoletani. Sono venuti già altre volte, ma stavolta hanno approfittato della giornata libera per fermarsi a mangiare e commentano: «La location è meravigliosa, in giornate come questa poi con un'aria pulita si gode tutto il golfo. Si mangia bene, ma ci aspettavamo prezzi più abbordabili. Antipasto, secondo e vino, settanta euro a testa». Ne valeva la pena? «Tutto sommato sì». La giornata, più che tranquilla, ha consentito di prendersela comoda. «In ogni caso», aggiunge De Simone «la nostra città avrebbe altre opportunità per potersi concedere il lusso di passare una serata particolare o pranzare godendosi il panorama. Penso a Castel dell'Ovo, per esempio. Ma in Italia e a Napoli in particolare abbiamo il vizio di sottoutilizzare o non utilizzare per niente i beni culturali che altrove valorizzano anche economicamente». Tocca accontentarsi di Nalbero con tutto il deserto rabbrividente che lo circonda e che le sue luci colorate di sera rendono surreale.