Napoleoni: «Terroristi, la cassa non piange mai»

Napoleoni: «Terroristi, la cassa non piange mai»
di Antonio Galdo
Sabato 21 Novembre 2015, 13:56 - Ultimo agg. 17 Novembre, 08:48
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«La conquista del territorio è fondamentale per capire come si finanzia l’Isis. Hanno creato un’economia di guerra, con ricavi certi e solidi che riguardano tutti i settori e con un grande consenso popolare….»: parte da qui Loretta Napoleoni , autrice di uno dei saggi più completi sullo stato islamico (Lo Stato del terrore, edizioni Feltrinelli), per spiegare la forza finanziaria delle milizie islamiche che hanno scatenato il conflitto con il mondo occidentale.



Fino al cuore dell’Europa. Che cosa significa nel caso dell’Isis un’economia di guerra? Tassare tutte le attività economiche nelle zone dove hanno il controllo del territorio: e con questi soldi, che sanno spendere, diventare sempre più attrezzati sul piano militare, organizzativo e tecnologico. Ci sono i ricavi per il commercio del petrolio. Vale almeno il 20% del loro pil e riescono a venderle il greggio al mercato nero, sfuggendo a qualsiasi forma di controllo internazionale. Se riusciranno a espandersi in Libia, in Iraq e in Siria, nelle zone dove ci sono i pozzi, questa voce di ricavi potrebbe moltiplicarsi».



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