Caso Fortuna, parla la madre:
«È dura guardare chi l'ha uccisa»

Caso Fortuna, parla la madre: «È dura guardare chi l'ha uccisa»
di Marco di Caterino
Mercoledì 16 Novembre 2016, 13:49 - Ultimo agg. 20:32
2 Minuti di Lettura

Napoli. È in corso la seconda udienza del processo sulla omicidio di Fortuna Loffredo. Sono presenti nelle gabbie degli imputati, Raimondo Caputo, detto Tito, ritenuto l'assassino della bambina, e la sua ex convivente Marianna Fabozzi, che solo per un breve istante ha guardato la mamma di Fortuna quando questa ha risposto all'appello della presidente della quinta sezione di corte di assise di Napoli.
 



«Sono molto nervosa, e anche agitata», ha detto Mimma Guardato, la mamma di Chicca.  «È duro guardare chi ha ucciso mia figlia. Dice di non essere stato lui? Secondo le prove della Procura è stato lui», ha drima dell'udeinza. Poi si è chiusa in un silenzio assolto per seguire le fasi del processo.

Il presidente alla Fonzo Barbarano, ha conferito a due ingegneri l'incarico di trascrivere le intercettazioni ambientali e telefoniche. Poi è iniziata la testimonianza della maresciallo dei carabinieri della tenenza di Caivano, tuttora in corso, che ha raccontato le prime fasi del loro intervento.

Anche il secondo carabiniere sentito dalla Corte hai illustrato in particolare le fasi che hanno determinato l'individuazione del presumibile punto di caduta della piccola vittima. E proprio questo sarà sicuramente al centro di un'aspra battaglia tecnica tra l'accusa e la difesa.

Nelle ultime quarantott'ore infatti, sono spuntati quattro testimoni che collocherebbero il punto di caduta in un posto diverso da quello accertato Dai R.I.S. dei carabinieri. Il clima è teso, ma i due imputati non hanno mai guardato verso il pubblico dove risiede la mamma e i nonni della piccola vittima. L'udienza, a questo punto di carattere squisitamente tecnico, proseguirà nel pomeriggio con l'ascolto degli altri militari che sono intervenuti nelle prime fasi delle indagini.

Il punto di impatto, secondo il testimone, fu anche determinato dal ritrovamento di un piccolo fiore che addobbava le scarpe di Fortuna. Il maresciallo ha lustrato il contenuto delle intercettazioni ambientali, nelle quali emergono le prime pressioni di Tito e Marianna Fabozzi sulla figlia di quest'ultima, rivelatesi poi la principale accusatrice di Demenico Caputo.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA