Chat erotica, l'amante (virtuale)
aggredito dopo scambio messaggi

Chat erotica, l'amante (virtuale) aggredito dopo scambio messaggi
di Carmen Fusco
Venerdì 22 Settembre 2017, 08:37 - Ultimo agg. 08:45
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La madre di famiglia e il giovanotto si scambiano foto, video e messaggini erotici su whatsapp. Parole ammiccanti, immagini in pose intime. Evocazioni di sogni erotici, rapporti sessuali virtuali e reali. Il marito e il figlio di lei scoprono la chat, e la tresca, e per poco non ammazzano l'amante. La vittima viene colpita da sei fendenti dopo essere stata attirata in una trappola dai familiari della donna accecati dalla gelosia, eppure non li denuncia e ai carabinieri racconta - per tutelare evidentemente la donna - di essere finito nelle grinfie di due rapinatori. Poi però le indagini rivelano la verità: dietro l'aggressione c'è il movente passionale, il proposito di vendetta per il tradimento subito. La parola fine alla storia, che è un misto tra genere hard e noir, è stata messa ieri con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Nola.


A stringere le manette ai polsi di padre e figlio, entrambi accusati di tentato omicidio, sono stati i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna che, agli ordini del capitano Tommaso Angelone, hanno condotto le indagini coordinate dalla Procura di Nola. Ma veniamo ai fatti che hanno avuto come teatro l'entroterra napoletano, e ai protagonisti della vicenda: lei è una casalinga di 42 anni, è originaria di Castello di Cisterna, ma abita a Brusciano. Lui ha 27 anni e gestisce una pizzeria a Castello di Cisterna anche se vive a Volla. È lì, dentro il locale del giovane - dove peraltro lavora il marito di lei - che i due si conoscono. Diventano amanti, ma gli incontri ravvicinati non bastano. Si scrivono su whatsapp, si scambiano frasi ammiccanti, si inviano reciprocamente foto e video a sfondo erotico. Tutto impresso nella memoria dello smartphone della signora, che a un certo punto viene scoperta. Marito e figlio leggono e vedono tutto: ogni parola, ogni messaggio, ogni frame. C'è poco da lasciare all'immaginazione: e scatta il proposito di vendetta.


Il figlio della donna ha 21 anni e sta scontando gli arresti domiciliari per aver commesso una rapina, ma decide di evadere e di dare man forte al padre, che ha gli stessi precedenti penali del figlio.
Chiamano il giovane amante e gli danno appuntamento in un luogo appartato di Brusciano. Una trappola, un agguato. Lui li raggiunge a bordo della sua auto ma appena esce dall'abitacolo i due gli si avventano contro e lo pugnalano sei volte. Il giovane riesce a rientrare in macchina, chiude gli sportelli e, tra sangue e sofferenza, riparte nel tentativo di sfuggire alla morte. Padre e figlio non si arrendono e per cercare di fermarlo rompono i vetri del veicolo con una pietra. Lui però riesce ad allontanarsi e a seminarli, poi cede al dolore e si ferma ai bordi di una strada. Lo soccorrono dei passanti che chiamano il 118 ed i carabinieri. A loro, il giovane riferirà di essere stato aggredito da due persone e di essere rimasto ferito mentre cercava di difendere l'incasso della pizzeria che volevano portargli via. Nella sua versione c'è però qualcosa che non convince nè la Procura e nè gli investigatori. È il primo marzo del 2017. Giorno dopo giorno, mentre il pizzaiolo si rimette in sesto grazie alle cure ricevute in ospedale, gli inquirenti mettono insieme i pezzi di una sequenza che racconta un episodio diverso dalla rapina. Chi ha tentato di uccidere il giovane di Volla voleva punirlo per vendetta, non per soldi. Per quella chat che ha svelato una storia di sesso e trasgressione.
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