Napoli, la denuncia dei lavoratori Anm di piazza Garibaldi: «Il nostro stazionamento invaso dai topi»

Un grosso ratto invade i bagni dei dipendenti Anm
Un grosso ratto invade i bagni dei dipendenti Anm
di Antonio Folle
Sabato 20 Luglio 2019, 14:31 - Ultimo agg. 21 Luglio, 08:20
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Un grosso ratto che percorre un tratto di cantiere per infilarsi nel bagno chimico a disposizione dei dipendenti Anm. È la scena registrata stamattina a piazza Garibaldi dai lavoratori dell'azienda di trasporto pubblico che denunciano come ormai da diversi mesi gli stazionamenti - non solo quello di piazza Garibaldi ma anche quelli di Pianura, Soccavo, Mergellina e Poggioreale - siano ormai sotto assedio di ratti e blatte. A piazza Garibaldi, al centro di un importante lavoro di rifacimento stradale, la situazione è notevolmente aggravata dalle numerose vie di fuga che rappresentano per i topi una condizione di vita - e di riproduzione - ideale e a nulla sembrano essere serviti gli interventi di pulizia organizzati nelle scorse settimane. Le disinfestazioni si sono rivelate del tutto inefficaci a contrastare un fenomeno che comincia ad assumere proporzioni preoccupanti.

Non è la prima volta che i lavoratori denunciano la scarsa attenzione alle condizioni di lavoro da parte dell'azienda. Poche settimane fa, infatti, i dipendenti Anm denunciavano le avanzate condizioni di degrado dello stazionamento di via Brin e l'abitudine, da parte di alcuni clochard, a utilizzare gli spazi destinati al riposo dei lavoratori come ricovero notturno. 

«In queste condizioni - la denuncia di Marco Sansone del Coordinamento Regionale Usb - in cui i carichi di lavoro aumentano per il taglio del servizio nonostante la città di Napoli sia sommersa da turisti che si aggiungono ai cittadini, gli autisti devono avere paura persino di andare in bagno. L'Anm e l'Asl - l'affondo del sindacalista - non prendono alcun provvedimento nonostante le molteplici denunce della nostra organizzazione sindacale. Quando il sindaco de Magistris parla di eventuali sabotaggi da parte del personale, scaricando la responsabilità di quanto accade nel trasporto pubblico della città da lui amministrata da otto anni, si ricordi che la collaborazione dei lavoratori è costante e quotidiana».
 

Una scena surreale, quella dei topi che invadono gli spazi dei lavoratori, che si aggiunge alle numerosissime criticità di una zona, piazza Garibaldi, che fa fatica a risollevarsi dal degrado nonostante gli investimenti in opere urbane. Negli scorsi giorni su alcuni gruppi Facebook montava la protesta dei residenti per i ritardi nella consegna della parte di piazza interessata dai lavori che, secondo cronoprogramma, dovevano concludersi entro la prima settimana di luglio. Ritardi che non rappresentano solo una condizione di disagio per le migliaia di persone che ogni giorno percorrono la piazza, ma che rischiano di aumentare il rischio igienico sanitario per la pessima abitudine - da parte di alcuni residenti della zona - di lanciare rifiuti all'interno delle aree di cantiere, e per la presenza di grosse blatte. Proprio nelle scorse ore l'Asl ha realizzato un intervento di deblattizzazione in alcune strade del Vasto. L'intervento, però, con ogni probabilità sarà inefficace a causa delle auto parcheggiate che hanno impedito il corretto espletamento delle necessarie procedure di disinfestazione. 

I lavoratori dell'azienda di trasporto, che pure alle ultime elezioni cittadine hanno sostenuto in massa il sindaco de Magistris, oggi non gli risparmiano severe critiche, ritenendolo responsabile delle desolanti condizioni di lavoro a cui sono costretti gli uomini e le donne impegnate in prima linea ogni giorno alla guida dei bus. Una “disaffezione” che sembra essere reciprica viste le numerose critiche rivolte ai dipendenti Anm negli scorsi mesi. «L'amministrazione aziendale - continua ancora Marco Sansone dell'Unione Sindacale di Base - osservi bene le immagini che lavoratori e cittadini sono costretti a vivere tutti i santi giorni. Mi ha colpito molto la frase di un lavoratore in servizio a piazza Garibaldi stamattina, che mi ha chiesto di non rendere pubblico il suo nome perché si vergognava che la famiglia sapesse in che condizioni igienico-sanitarie è costretto a lavorare. Quest'è l'immagine dell'azienda oggi. E la colpa non è di certo dei lavoratori».
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