Napoli, emergenza influenza: finite le barelle, solo posti in piedi negli ospedali

Napoli, emergenza influenza: finite le barelle, solo posti in piedi negli ospedali
di Maria Pirro
Sabato 9 Gennaio 2016, 08:58 - Ultimo agg. 10:38
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Quindici ammalati ricoverati sulle sedie e addirittura in piedi al Cardarelli, un'infermiera aggredita al pronto soccorso del Loreto Mare. «La violenza è stata scatenata dalla lunga attesa per una prestazione dovuta al numero esiguo di personale in servizio», dice Enzo Martone, segretario generale della Uil Campania.

La grande affluenza negli ospedali è aumentata con la diffusione dell'epidemia influenzale. Nell'ultima settimana l'incidenza in Campania è stata di 4,65 casi per mille assistiti, anziché del 1,65 (dati Influnet), il livello è il più alto d'Italia. 

Pienone in rianimazione in tutti reparti cittadini (tranne al Cto, agli Incurabili e nei Policlinici), nelle medicine (con una concentrazione di 12 barelle al Loreto Mare) e nelle pediatrie, secondo il monitoraggio effettuato ieri dal 118. Ma è caos innanzittutto al Cardarelli. Denunciano Giuseppe Visone e Patrizio Esposito, sindacalisti della Cgil Fp, a nome di medici e infermieri: «Il Dipartimento di emergenza accettazione è ormai al collasso, vengono negati il diritto alla salute e a cure rispettose della dignità dei pazienti, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso del personale in servizio», avvertono.

«Esaurite le barelle, sei ammalati sono stati ricoverati addirittura in piedi e altri sette sulle sedie. In più, si registrano difficoltà nel servizio trasporto infermi, all'interno dell'ospedale, a causa della carenza di personale in organico», afferma Salvatore Siesto, della Uil, che si rivolge al governatore Vincenzo De Luca: «Venga al Cardarelli».

Al Loreto Mare l'aggressione. «L'infermiera è stata schiaffeggiata dalla moglie di un paziente indispettita dall'attesa e dall'assenza del neurologo nel turno di notte», dice Marianna Paparo, sindacalista Uil che con la coordinatrice Italia Scarpino aggiunge: «Bisogna aprire il drappello di polizia 24 ore su 24, promesso più di un anno fa. C'è una cronica carenza di personale e un numero abnorme di lettighe nei reparti». In particolare, in chirurgia d'urgenza, in neurochirugia, in ortopedia, in utic, in neurologia, con il picco in medicina. Fuori uso una tac su due.

Sos anche al San Giovanni Bosco. «I disagi sono acuiti dalla riduzione di posti letto dovuta alla chiusura di due reparti per lavori di ristrutturazione iniziati e mai completati», avverte Martone. Dal primo gennaio chiuso anche il punto prelievi. Ancora: «Al Vecchio Pellegrini non viene attivato il triage per smistare le richieste di soccorso, perché mancano gli operatori sanitari; mentre le barelle sono sistemate anche davanti all'ingresso dei bagni». Sottolinea Martone: «C'è una promiscuità nei reparti per effetto di diversi accorpamenti».

Non bastasse, lettighe delle ambulanze anche ieri sono state «sequestrate» per ore negli ospedali, quando tutte le barelle in dotazione sono risultate occupate. Un mezzo del 118 è rimasto bloccato al Pellegrini, due al Cardarelli, un altro al Loreto Mare e un altro al Fatebenefratelli e al San Giovanni Bosco. Interviene Giuseppe Galano, direttore del 118 e presidente del sindacato degli anestesisti Aaroi Emac, per sostenere la riorganizzazione: «Serve un sistema integrato dell'emergenza - dice - che coinvolga, non in seconda battuta, grandi strutture di eccellenza come l'azienda dei Colli e i Policlinic.

Bisogna dare più risorse al filtro territoriale e attivare, con i medici di famiglia e la continuità assistenziale, i centri di cure primarie h 24 per visitare i pazienti con codici di minore gravità». Contromosse sono attese: il picco influenzale non è ancora arrivato.

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