Napoli, farmacista sotto assedio: «Dieci rapine, tre solo a luglio: ho paura»

Napoli, farmacista sotto assedio: «Dieci rapine, tre solo a luglio: ho paura»
di Melina Chiapparino
Martedì 20 Agosto 2019, 22:40 - Ultimo agg. 21 Agosto, 12:39
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Sessanta secondi di terrore per fare razzia e fuggire via col bottino. Un blitz rapido sotto la minaccia di un temperino brandito dai rapinatori: è l’ennesimo colpo messo a segno nella farmacia Galeno a Casoria. L’episodio, avvenuto lunedì sera, è solo il più recente degli undici atti criminali che hanno danneggiato l’attività in via Padula negli ultimi anni.
 
«Da fine luglio siamo stati vittime 3 volte - denuncia la dottoressa Chiara Caliendo, direttrice della farmacia - è stato vandalizzato il negozio per sottrarre la cassa automatica interna, successivamente è stato svuotato e divelto il distributore automatico esterno e infine ci hanno rapinato, minacciando un dottore e puntandogli un coltello al collo». Nella maggior parte dei casi, il personale della farmacia ha subito rapine a mano armata, pistole puntate alle tempie e percosse fisiche ma non sono mancati furti notturni e atti vandalici per introdursi nei locali e rubare, come l’abbattimento del vetro antiproiettile con un’ascia. 

La rapina, avvenuta alle 20.20, è stata ripresa interamente dalla videosorveglianza interna ai locali. Nelle immagini si vede chiaramente un cliente che si accinge a pagare il proprio conto alla cassa, quando, all’improvviso, due giovani coperti con il cappuccio di una felpa e un cappellino, irrompono vicino al bancone. Il più veloce fa un balzo, scavalca il tavolo e si precipita vicino al dottore che viene minacciato con un coltello mentre il complice costringe il cliente a stendersi con la faccia a terra. Il rapinatore con il cappellino brandisce l’arma, fa rannicchiare il farmacista a terra e si impossessa dei soldi in cassa, senza perdere di vista l’altro criminale che continua a minacciare il cliente e a fare da palo. Dopo aver rapinato anche il medico, il ragazzo con il cappellino sradica la cassa automatica, percuotendola con violenza più volte al punto da riuscire quasi a portarla via. I secondi scorrono ed un filo metallico impedisce il distacco della cassa dal bancone. Il rapinatore perde qualche secondo in più, tentando ancora una volta di strappare con violenza il quadrato di acciaio che custodisce i soldi per il resto automatico ma il complice lo richiama. È arrivato il momento di scappare e la coppia di rapinatori fugge verso il terzo complice che li attende in moto, fuori la farmacia. 

«In questi anni abbiamo fornito sempre immagini e documenti degli episodi criminali alle forze dell’ordine, abbiamo un contratto con un istituto di vigilanza ma è tutto inutile - afferma indignata Chiara Caliendo, consigliera del sindacato dei farmacisti Federfarma - lo Stato qui non c’è, ci ha abbandonato, non siamo tutelati e siamo preda della delinquenza». «Quest’ultima rapina ci ha esasperati e vogliamo denunciare la gravità di una situazione ormai insostenibile - aggiunge la farmacista 30enne - l’escalation di violenza non si ferma e manca un controllo del territorio perché non sono certo tossici o rom a darsi da fare ma professionisti del crimine». L’aspetto su cui punta il dito la direttrice della farmacia non riguarda però il danno economico, che pure si aggira sugli 80mila euro, considerando la totalità degli episodi criminali. «Siamo vittime di violenza fisica e psicologica perché lavoriamo con la paura - ammette - in quest’attività sono coinvolte almeno 20 persone, la maggior parte dei quali giovani e proprio uno di loro mi ha detto che con un bimbo piccolo di un anno e mezzo a casa, non sa più se continuare a prestare servizio qui». 

Sulla gravità di queste vicende si è esposto in prima linea, Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli, che ha tracciato i contorni di «una vera e propria emergenza». «Il problema è certamente legislativo perché spesso i delinquenti anche seriali non sono colpiti da pene certe e le farmacie vengono viste dai criminali come dei bancomat - spiega Di Iorio - ma, stavolta, sono deluso dalle forze dell’ordine». «Rischiamo di perdere attività brillanti sul nostro territorio - conclude Di Iorio - ci troviamo soli senza un vero aiuto dalle forze dell’ordine e dalle amministrazioni comunali».
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