Napoli. Chiaia, funerali privati
per l'ingegnere ucciso

Napoli. Chiaia, funerali privati per l'ingegnere ucciso
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 08:45 - Ultimo agg. 11 Luglio, 19:17
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Faranno di tutto per blindare i funerali dalla curiosità della gente, ma anche dal lavoro dei giornalisti. Ore quindici, chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, le esequie di Vittorio Materazzo, l'ingegnere di 51 anni ucciso lo scorso 28 novembre sotto la propria abitazione. Un delitto efferato, che ha scioccato un pezzo di opinione pubblica, sia per la violenza sfoderata dall'assassino (che avrebbe sferrato almeno trenta coltellate), sia per il luogo in cui è stato consumato. Siamo a Chiaia, in via Maria Cristina di Savoia, in un luogo ritenuto al riparo da episodi di sangue. E oggi in chiesa un'intera comunità si stringerà attorno al dolore di un nucleo familiare, in particolare della vedova Elena Grande e dei suoi figli, ma anche degli altri congiunti dell'ingegnere ucciso.

Una vicenda amara che vede inevitabilmente protagonista il più piccolo dei figli del patron Lucio Materazzo (morto nel 2013), vale a dire del 36enne Luca Materazzo, al momento unico indagato per omicidio in una vicenda investigativa ancora aperta. Sarà in chiesa, accanto ai propri parenti, provando a trovare qualche istante di raccoglimento a dispetto di sguardi e curiosità da parte degli estranei. Ed è proprio per lui che è dedicato un altro capitolo importante di questa vicenda, a proposito delle indagini condotte dalla Procura di Napoli per stanare l'assassino dell'ingegnere 51enne. Questa mattina, è infatti attesa la prova del Dna, la regina delle prove, che potrebbe - in un senso o nell'altro - chiudere i conti a proposito della posizione dell'unico indagato.

Un appuntamento decisivo, dunque, nei laboratori della polizia scientifica, sotto il coordinamento del primo dirigente Fabiola Mancone. Saranno effettuati ulteriori prelievi su Luca Materazzo, che si aggiungono ai tamponi salivari di venerdì mattina e agli altri accertamenti condotti finora, che andranno comparati con le tracce biologiche lasciate dall'assassino sul corpo di Vittorio Materazzo, sul luogo dell'omicidio, ma anche nelle immediate adiacenze. Non è un segreto che sono stati sequestrati due coltelli da sub, uno dei quali potrebbe essere stato usato proprio dall'assassino per chiudere i conti con l'ingegnere.

Intanto, vanno avanti le indagini della Procura di Napoli. Dopo aver ascoltato per oltre quattro ore la vedova Materazzo, nella tarda mattinata di ieri gli inquirenti hanno ascoltato anche un'altra parente della vittima, ovviamente nelle vesti di potenziale persona informata dei fatti. Ieri è toccato a Maria Vittoria Materazzo, una delle sorelle della vittima, salire ai piani alti della Procura di Napoli. È stata ascoltata dai pm Francesca De Renzi e Luisanna Figliolia, magistrati in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, nel corso di un'inchiesta che ha una traiettoria fin troppo chiara: ricostruire i rapporti tra fratelli, ragionare su un possibile movente in grado di spiegare un delitto tanto efferato. La Procura sta scavando nelle pieghe della famiglia, a partire dalla morte di Lucio Materazzo e dalla partita giudiziaria che si è aperta per l'eredità.

C'era un contenzioso, un braccio di ferro legale, che aveva visto contrapposti i componenti dello stesso nucleo familiare, nulla comunque in grado di rappresentare un movente forte per l'assassinio di dieci giorni fa. Difeso dai penalisti Gaetano e Maria Luigia Inserra, Luca Materazzo ha sempre rivendicato con fermezza la propria innocenza, fino a dirsi prostrato di fronte ad accuse tanto agghiaccianti.

Tutto in un giorno dunque dal laboratorio della scientifica, all'altare della chiesa, in un rimando di suggestioni che - inutile dirlo - ruotano attorno al ruolo del 36enne accusato di aver ucciso il fratello.

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