Napoli, il giallo della bambina morta nel campo rom di Scampia: «Dimenticanza o gioco crudele»

Napoli, il giallo della bambina morta nel campo rom di Scampia: «Dimenticanza o gioco crudele»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 11 Luglio 2017, 09:46 - Ultimo agg. 10:18
4 Minuti di Lettura

Vivere e morire in un campo rom. Alla periferia nord di Napoli, a soli tre chilometri dal centro storico e dal lungomare più bello del mondo. Morire a Scampia, in quel quadrilatero circondato da tonnellate di immondizie, da cubature di cemento abusivo, da baracche e fili di ferro che disegnano il degrado abitato da nomadi. È qui - in questo luogo da sempre dimenticato da Dio e dagli uomini - che si sublima il destino ignobile e cattivo destinato a una bambina che a tre anni e mezzo avrebbe meritato di più. Almeno un asilo, il sostegno di assistente sociale, o anche solo la carezza di una mano amica. In questo inferno dimenticato da tutti si consuma invece la sorte di Martina Mihajlovic, venuta alla luce a Napoli nel gennaio del 2014. Sotto una stella sfortunata. «Dimenticata» nell'auto sotto il sole di un'estate rovente all'interno di uno dei macchinoni che occupano l'area popolata da una comunità che qui nessuno è mai riuscito nemmeno a censire, la bimba è morta per asfissia. Nata sotto una stella sfortunata. Ma questo non può bastare, almeno per la giustizia degli uomini, a liquidare tutto come un «incidente». No. 
 

 

I fatti
Cominciamo dalla fine. C'è un solo dato certo: alle 16,30 di ieri un corteo di Mercedes accompagnano in ospedale, al San Giovanni Bosco, il corpo ormai senza vita di una bambina dai lineamenti sottili e dai lunghi capelli bruni. Quando arriva al pronto soccorso Martina ha ancora la bocca spalancata: tragica icona di quell'ultimo anelito di ossigeno che le è mancato. Almeno una trentina di rom residenti nel campo di Scampia sovrastato dall'asse mediano accompagnano la salma. La madre e la nonna si disperano. All'ospedale convergono le Volanti dell'Ufficio prevenzione generale e del commissariato locale.

Le indagini
Che cosa è realmente successo? Ed è da questo momento che scattano i primi dubbi. Interrogata, la mamma di Martina si contraddice due volte. «Era in compagnia del nonno. Mentre giocava con gli amichetti del campo - racconta agli investigatori - qualcuno l'ha chiusa nel bagagliaio di un'auto». Ipotesi di un tragico gioco finito nel peggiore dei modi. Poi, dopo un'ora, cambia versione: «Quando l'abbiamo trovata - spiega - si trovava sul sedile anteriore della nostra macchina. Sulla fronte aveva una piccola ferita». Un'anomalia, quella della ecchimosi sulla tempia sinistra, che tuttavia non convince gli inquirenti. Sul posto in serata è giunta anche il sostituto di turno Anna Frasca, che adesso coordina le indagini sotto la supervisione del procuratore della Repubblica facente funzioni Nunzio Fragliasso e dell'aggiunto Lugi Frunzio.

Tra dubbi e omertà
Non convicono, le dichiarazioni dei parenti. E per questo - in attesa dell'autopsia sulla salma della piccola, già disposta dalla magistratura - la Polizia di Stato ha per ore interrogato la madre, il nonno della vittima e una decina di persone. Che cosa è veramente successo ieri mattina, intorno alle dieci, nel campo rom in cui giocava Martina? La sua fine è dovuta veramente a un tragico «nascondino» tra bambini, o piuttosto nasconde una verità inconfessabile? Nulla può escludersi. E (per quanto improbabile), tra le ipotesi al vaglio resta anche quella che la piccola, feritasi, possa aver cercato rifugio in macchina e perso i sensi, o essersi addormentata, complice anche il caldo. L'auto non risulterebbe, dal primo sopralluogo degli investigatori, essere stata chiusa con le sicure né dall'esterno né dall'interno.

In ospedale
Al San Giovanni Bosco, in ospedale, si è presto radunata una folla di amici e parenti della piccola Martina.
Scene di strazio e disperazione. Un fatto è certo: quando è giunta al pronto soccorso la bambina il cuore della bimba aveva già cessato di battere. Il resto - ma sono dettagli puramente tecnici - lo aggiungeranno i risultati dell'autopsia. La sola cosa certa è che ieri, a Scampia, è morta senza un perché una bambina di tre anni e mezzo. Uccisa dal degrado e dal sole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA