«L'Italia è a rischio già dallo scorso anno, non lo è più né meno di altri» dice Franco Roberti, procuratore antimafia. «Siamo ben consapevoli di questo rischio - afferma - ma sappiamo anche che abbiamo gli strumenti per prevenirlo il che non ci garantisce in assoluto, ma lo strumento della prevenzione sta funzionando». «Il terrorismo si contrasta innanzitutto sul piano politico, poi sul piano investigativo e giudiziario, su quello culturale Tutti questi interventi devono essere messi in campo insieme, non si può privilegiare un aspetto rispetto all'altro». «Quindi serve unità sul piano politico e certamente non giovano le spinte disgregatrici che stanno attraversando l'Unione Europea - sottolinea - Questo lo capiamo tutti».
Occorre, per Roberti, «recuperare una unità sul piano politico, quantomeno dei Paesi occidentali e di quelli dell'UE, dare risposte giudiziarie alla base della cooperazione internazionale e dialogo, cultura e tutto quello che è negazione e cultura di morte e di silenzio che alla base del terrorismo».