Clan e appalti, Marrama al gip:
«Contro di me nessuna prova»

Clan e appalti, Marrama al gip: «Contro di me nessuna prova»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 25 Marzo 2017, 08:44 - Ultimo agg. 09:26
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Mai spifferato notizie segrete, né aiutato qualcuno a vincere appalti. Niente soffiate o consigli sotto traccia, niente inciuci con questa o quella cordata di imprenditori e tecnici per chiudere la gara perfetta. È questa la versione di Daniele Marrama, uno dei docenti coinvolti nell'inchiesta The queen - quella sul presunto sistema di appalti truccati - che ieri mattina ha rotto il silenzio durato dieci giorni dopo essere finito ai domiciliari. Lo ha fatto nella sede istituzionale, dinanzi al gip Federica Colucci, nel corso dell'interrogatorio di garanzia.

Niente ammissioni, ma guardia decisamente alta anche da parte di un altro indagato agli arresti domiciliari, parliamo di Francesco La Regina, l'anziano docente di Architettura, padre di Guglielmo, a sua volta indicato dalla Procura come il perno di un sistema in grado di veicolare gare pubbliche e di corrompere pubblici funzionari. Nessuna manipolazione, il sistema non esiste - a ripercorrere la versione del docente - tante conversazioni e spunti di indagine vanno calati in un contesto diverso. Ma andiamo con ordine, a partire dalla posizione di Marrama, un volto noto della borghesia napoletana, per il suo ruolo di presidente della Fondazione Banco di Napoli.

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