Terremoto a Ischia, la protezione civile: «Gli sfollati sono duecento»

Terremoto a Ischia, la protezione civile: «Gli sfollati sono duecento»
di Francesco Pacifico
Martedì 22 Agosto 2017, 21:38 - Ultimo agg. 22:39
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Ischia. Ieri mattina, arrivando alla Rita dove i suoi uomini stavano tirando fuori i piccoli Ciro e Mattias, il capo della Protezione civile, Alberto Borrelli, ha sparato un numero molto alto di sfollati: ben 2.600 in tutta l'isola d'Ischia. Poi nel pomeriggio lo stesso Toscano ha corretto il tiro, scendendo a quota 200, perché come ha spiegato lui e i suoi uffici avevano calcolato una cifra potenziale in relazione a tutta la popolazione presente nell'area. Andranno in quattro strutture alberghiere che hanno dato la disponibilità. Quello che è invece è rimasto immutato è il numero degli stabili diroccati dal sisma: circa una sessantina, che tra Casamicciola, Forio e Lacco Ameno. I quali si triplicano se si aggiungono anche quelle considerate inagibili. Molte delle quali sono case di vacanze. Il tutto mentre 11mila turisti e villeggianti storici prendono traghetti e aliscafi per scappare a Napoli. Tutto sommato il problema sfollati diventa ora dopo ora più gestibile di quanto sembrava in un primo tempo.


La Protezione civile ha stimato un fabbisogno di 200 posti negli alberghi per chi è rimasto senza casa, dopo il terremoto che lunedì sera ha colpito soprattutto Casamicciola. Anche perché nessuno a Ischia vuole le tendopoli, nella paura di restare parcheggiato li per mesi, se non anni, come è successo in Abruzzo, Umbria o in Molise. Non li vuole la politica locale, disegna l'idea la stessa Protezione civile, che parla di soluzioni più stabili come gli hotel e in estrema sintesi i prefabbricati, soprattutto è pronta a muoversi in questa direzione la locale associazione degli albergatori, che ha messo a disposizione le loro camere per le famiglie rimaste senza un tetto. Per la cronaca anche un esercente del settore di Giugliano, Alberto Cante, ha offerto la sua ospitalità a chi vuole lasciare l'Isola verde. "Non so se tra i miei contatti ci sono ischitani – ha scritto su Facebook - ma chiedo a tutti di condividere, metto a disposizione due camere in hotel per famiglie con bambini che vogliano trascorrere qualche giorno lontano dal caos del terremoto che si vive in queste ore sull'isola".


Eppure girando nella notte, dopo il sisma, tra lunedì e martedì, tutto faceva pensare al peggio.
Soprattutto nella parte alta di Casamicciola, che per i danni sembrava essere stata vittima di un bombardamento. Qui si sono viste decine di migliaia di persone accamparsi in giardinetti e campetti da calcio, protetti dal freddo soltanto con degli asciugamani. Ed erano sia residenti sia vacanzieri. Tutti pronti a lamentarsi per l'assenza di un punto di accoglienza e della scarsa assistenza ricevuta dalla Protezione civile, la quale, in verità, era molto impegnata a controllare che negli edifici lesionati non ci fossero morti o feriti. Numeri di gente per strada che cozza con quello di coloro che sono corsi in ospedale per farsi curare: soltanto 49 persone nella notte del terremoto. Se i turisti scappano da Ischia, gli isolani non vogliono lasciare le loro abitazioni. Emblematico che ieri mattina, mentre in via D'Aloisi i vigili del fuoco e tutte le altre forze dell'ordine erano impegnate in massa a salvare la famiglia Toscano, chi abitava in zona si faceva beffa dell'obbligo a sgomberare casa. C'è chi scavalcava per superare le transenne poste dagli agenti e chi faceva forti sfuriate ai poliziotti, rei soltanto di far risparmiare la legge. Altri ancora non vogliono lasciare le case, per paure che, essendo abusive, vengano più facilmente abbattute. Intanto la Prefettura sta studiando una zona rossa per evitare casi di sciacallaggio.
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