Napoli, lo spreco delle notifiche
E nessuno paga le contravvenzioni

Napoli, lo spreco delle notifiche E nessuno paga le contravvenzioni
di Valerio Esca
Giovedì 17 Ottobre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 09:01
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Dodici milioni di euro spesi per le notifiche sulla riscossione. Queste le risorse che il Comune di Napoli - secondo il ministero dell'Economia e delle Finanze - utilizza per inviare a casa dei napoletani gli avvisi di mancati pagamenti su tasse e tributi. Il valore di spesa in uscita per Palazzo San Giacomo, equivale, guardando al futuro, ad un ipotetico risparmio di 12 milioni, nel caso in cui il Parlamento approvasse la riforma delle «notificazioni digitali», inserita nella manovra in discussione.

 

IL MINISTERO
Laura Castelli, viceministro 5 Stelle dell'Economia e delle Finanze, spiega la svolta green della riforma, ma non solo: «Sarà una rivoluzione digitale sottolinea la Castelli -, con un doppio impatto. Consistenti risparmi economici per le amministrazioni ed uno rilevante in termini ambientali, attraverso la trasformazione green del processo di notifica, con riduzione di utilizzo della carta stampata e delle conseguenti emissioni di CO2». Sottolineando come questa riforma avrebbe «ricadute positive sui servizi erogati ai cittadini».
«La sola città di Napoli ha ipotizzato rimarca la viceministro - grazie all'introduzione di questa norma, un risparmio complessivo di circa 12 milioni di euro». Una guerra di cifre con l'ente di piazza Municipio, che fa sapere «come ci si trovi al di sotto di 12 milioni di spesa, se si considera il solo comparto Tari». Evidentemente la Castelli fa riferimento al volume economico di tutte le notifiche dell'area riscossioni tributi e tasse del Comune di Napoli: dalla Tari, all'Imu, fino ad arrivare alle multe e alla tassa di soggiorno.
IL COMUNE
«È uno strumento giusto ed importante che porterebbe nelle nostre casse un risparmio significativo sostiene il vicesindaco e assessore al Bilancio della giunta arancione, Enrico Panini Il tema delle notifiche è quanto mai attuale, in quanto come ente abbiamo adottato una lotta all'evasione che prima non si era mai fatta. Basti pensare ai 610 mila atti inviati nel 2018». E aggiunge: «Proprio per l'incertezza sulle notifiche ci affidiamo a degli ufficiali giudiziari con i quali abbiamo un protocollo di convenzione». La riforma dunque potrebbe realmente giovare a Palazzo San Giacomo: «Mettere dentro ad una piattaforma digitale tutti i dati degli evasori e inviare così notifiche online dice Panini - sarebbe sicuramente utile. Speriamo che il parlamento l'approvi così come è stata pensata».
LA RIFORMA
La società, pubblica, PagoPA spa realizzerà e gestirà una piattaforma digitale, che verrà utilizzata dalle pubbliche amministrazioni, dagli agenti della riscossione e dalle società iscritte nell'apposito albo tenuto dal ministero dell'Economia e delle Finanze, delle quali i Comuni e le Province possono avvalersi per lo svolgimento delle attività di liquidazione, accertamento e riscossione delle proprie entrate. Attraverso la piattaforma verranno resi disponibili atti, provvedimenti e comunicazioni indirizzati a tutti i soggetti, pubblici o privati, aventi la residenza o la sede legale sul territorio nazionale, anche tramite terzi (coniuge, parenti o affini entro il quarto grado o intermediari). I cittadini saranno obbligati ad accedere - personalmente o mediante un delegato - all'apposita area personale della piattaforma.
I TEMPI
Cambieranno anche gli effetti della data di notifica, e della conseguente decorrenza dei termini. Il perfezionamento della notificazione avverrà, infatti, per gli atti che le amministrazioni renderanno disponibili nella piattaforma in ciascun bimestre dell'anno, all'ultimo giorno del secondo mese successivo, e ciò a prescindere dall'effettivo accesso alla stessa piattaforma da parte dei destinatari. Con riguardo all'Agenzia delle entrate, servizio riscossione, il volume annuo di atti stimato ammonta a circa 32 milioni. Senza considerare gli errori di notifica e i conseguenti contenziosi. Circa il 60% dei ricorsi incardinati avverso atti emessi dall'agente della riscossione afferisce a vizi di notifica. Con le nuove modalità ci sarà un'immediata contrazione delle anticipazioni finanziarie, per un ammontare annuo non inferiore a 50 milioni di euro (spese vive di notifica), nonché una riduzione dei costi connessi al contenzioso, per circa 55 milioni di euro all'anno. Oltre all'Agenzia delle Entrate, si potrebbero attendere risparmi consistenti anche per i Comuni, con ricadute positive sui servizi.
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