Loreto Mare, c'è la truffa Rc Auto:
perquisiti centri dei medici indagati

Loreto Mare, c'è la truffa Rc Auto: perquisiti centri dei medici indagati
di ​Leandro Del Gaudio
Mercoledì 1 Marzo 2017, 09:22 - Ultimo agg. 11:58
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Hanno trovato documenti a sostegno delle ipotesi di accusa. Ci sono perizie, carte e testimonianze legate a una serie di incidenti stradali, ma anche referti riconducibili al lavoro di medici e tecnici di radiologia dell'ospedale Loreto mare. Un blitz che - per dirla con gli inquirenti - ha dato esiti positivi, con tanto di potenziali riscontri a sostegno dell'ultimo filone investigativo sul caso Loreto Mare. Eccola, l'ultima novità sul caso dell'ospedale della Marina: sono dieci gli indagati raggiunti da decreti di perquisizione notificati ieri mattina dai carabinieri.

Tra i nomi degli indagati, spiccano quelli dei medici Tommaso Ricozzi e Vittorio Trivellini, entrambi medici dirigenti del Loreto Mare ed entrambi coinvolti nell'inchiesta per assenteismo, quella culminata in oltre cinquanta arresti ai domiciliari. Da ieri mattina però i due dirigenti sono stati raggiunti da avvisi di garanzia anche per l'altro filone, quello della presunta fabbrica di falsi sinistri messa in piedi - a volte anche nelle ore notturne - proprio nel reparto di radiologia del Loreto Mare. Associazione per delinquere e falso sono le accuse mosse dal pm Ida Frongillo, magistrato in forza al pool dell'aggiunto Alfonso D'Avino, c'è la convinzione di aver scoperto una sorta di laboratorio del falso seriale, parliamo delle tac e degli esami diagnostici falsi anche se apparentemente puliti, in quanto ricavati grazie a procedure e attrezzature che avevano il proprio cuore nel Loreto mare. E non è tutto.

Sono dieci gli indagati in questo nuovo filone di inchiesta, almeno a leggere il decreto di perquisizione notificato ieri dai carabinieri del Nas agli ordini del maggiore Gennaro Tiano. Oltre a Trivellini e Ricozzi, spicca anche il nome di un infermiere del Loreto mare, vale a dire Antonio Di Benedetto, a sua volta finito nelle maglie dell'inchiesta culminata negli arresti di venerdì scorso. Stando agli atti, Di Benedetto avrebbe svolto il ruolo di mediatore, mettendo in contatto le professionalità interne al Loreto con tre agenzie automobilistiche (anch'esse oggetto di perquisizioni). Ed è in una di queste agenzie private che i carabinieri avrebbero trovato documenti ritenuti utili, almeno a giudicare da una prima ricognizione visiva.

Due medici, un infermiere, tre agenzie automobilistiche e due centri clinici convenzionati. Eccoli in sintesi i target delle perquisizioni: parliamo del centro clinico Augusto di via Leopardi e del centro Trivellini di via Cesare Rosaroll, riconducibili ai due medici Ricozzi e Trivellini. Difesi dai penalisti Silvio Auriemma e Luigi Tuccillo, i due professionisti si dicono pronti a dimostrare la correttezza della propria condotta sia in relazione alle accuse di assenteismo, sia per quanto riguarda l'accusa di aver organizzato una cricca capace di creare falsi documenti clinici. Diversa la prospettiva dell'accusa: diversi sinistri sarebbero letteralmente inventati, grazie a medici, avvocati, periti e mediatori compiacenti. Una cricca, un'organizzazione strutturata su più livelli. Chiara la ricostruzione dei pm: il primo step, nella realizzazione del finto incidente stradale, deve avvenire in una struttura pubblica, in un ospedale in cui puoi contare comunque su medici o personale compiacente. È qui che viene avviata la pratica.

Dall'archvio - Sit in davanti all'ospedale Loreto Mare
 



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