Napoli, sotto le unghie della vittima
le tracce della pelle dell'assassino

Napoli, sotto le unghie della vittima le tracce della pelle dell'assassino
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 3 Dicembre 2016, 08:37 - Ultimo agg. 08:40
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Le indagini al tempo del Dna. Il futuro giudiziario di Luca Materazzo, unico indagato per l'omicidio del fratello Vittorio, è ora nelle mani degli investigatori. Meglio: degli esperti della Polizia scientifica, cui tocca il delicatissimo compito di svolgere le indagini tecniche sui reperti sequestrati in casa sua ieri mattina durante l'ultima perquisizione. Luca Materazzo, diciamolo in premessa, è iscritto nel registro degli indagati della Procura per un atto dovuto. L'avviso di garanzia, di per sé, non rappresenta una anticipazione di colpevolezza e tantomeno di condanna. Detto ciò, bisogna spiegare come lavoreranno gli agenti coordinati dalla prima dirigente della Questura, Fabiola Mancone, nelle verifiche tecniche.


Al 35enne fratello della vittima sono stati sequestrati alcuni oggetti: un asciugamani, una chiavetta Usb, il cellulare. Tre oggetti che possono voler dire molto, se non addirittura portare alla soluzione del delitto (ma anche a scagionare l'indagato). Ieri mattina Luca Materazzo è stato anche sottoposto a due prelievi salivari. Ma procediamo con ordine. Il telo di spugna individuato dagli inquirenti potrebbe contenere tracce ematiche. Il sospetto dell'accusa è che con quell'asciugamani qualcuno si sia potuto asciugare dopo essersi lavato. Senza troppi giri di parole: Luca - sospettato di avere un ruolo nella morte del fratello - avrebbe potuto avere addosso tracce del sangue della vittima. Di qui le indagini delegate al gabinetto scientifico della Questura di Napoli per il responso. Analoghe indagini tecniche verranno svolte sulla pen-drive dell'indagato. Scaricandone i contenuti si potranno verificare eventuali contatti, mail e documenti custoditi (o magari occultati).


La Scientifica e la Squadra mobile hanno anche acquisito tutti i tabulati telefonici dei due fratelli Materazzo. Sin dalle prime ore successive al ritrovamento del corpo senza vita dell'ingegnere, in viale Maria Cristina di Savoia, erano già stati avviati riscontri di natura tecnica per individuare e fotografare le celle dei due telefonini. Ma, considerato che la vittima e suo fratello abitano nello stesso stabile, poco o nulla potrebbero dire quegli incroci. E veniamo ai prelievi di saliva. Si tratta di un accertamento importantissimo, alla luce di un particolare che potrebbe rivelarsi decisivo per gli esiti dell'indagine. Due tamponi. Perché? A che cosa servono? Le nuove frontiere delle investigazioni scientifiche consentono oggi di fornire contributi fondamentali, soprattutto in sede di comparazione. Spieghiamoci meglio: sotto le unghie del povero ingegnere Materazzo ci sarebbe del tessuto epiteliale, cioè della pelle. Quella dell'assassino. La sera di lunedì Vittorio Materazzo è andato inconsapevolmente incontro alla morte.

L'ha incontrata nell'androne del suo palazzo, dove ad attenderlo c'era l'assassino.
Con lui probabilmente ha anche ingaggiato un corpo a corpo, prima che spuntasse la lama di quel coltello maledetto. Ebbene, si comparerà quel tessuto strappato dalle unghie della vittima con il Dna di Luca. A proposito di coltello. Un'arma bianca è stata ritrovata la sera stessa del delitto in un cassonetto dell'immondizia non lontano dalla scena del crimine. È quello utilizzato dall'assassino? Anche a questo dovranno dare risposta gli agenti della Polizia scientifica.
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