Metro Napoli, la stazione del futuro
resterà immersa nel passato

Metro Napoli, la stazione del futuro resterà immersa nel passato
di Paolo Barbuto
Sabato 14 Gennaio 2017, 11:10 - Ultimo agg. 11:58
4 Minuti di Lettura


Laggiù in fondo, diciotto metri sotto al livello del mare, ai piedi del Maschio Angioino, c'è uno scavo immenso nel quale si muove una gigantesca autogrù verde smeraldo. Vista dall'alto ha le dimensioni di un'automobilina giocattolo, vista da vicino ha pneumatici alti quanto un'intera automobile, fa quasi paura: «Questa è la stazione della Linea 6, bella vero?». Bisogna guardare i cantieri con gli occhi delle maestranze per capire come sarà l'opera una volta conclusa: loro, gli operai, sanno guardare oltre il fango, il cemento, i macchinari in movimento, le escavatrici. Vedono già la stazione completa, colorata, piena di ritrovamenti archeologici in mostra, con i treni che arrivano e sfornano i turisti diretti al porto o nel cuore della città.

Il viaggio nel cantiere della stazione Metro di piazza Municipio è una continua altalena fra presente e passato, fra innovative tecniche di costruzione e delicata passione per i ritrovamenti antichi. Ad ogni rampa che scendi, infilandoti nel cuore di Napoli, scopri un pezzo di storia, partendo dalle fortificazioni di Don Pedro fino ad arrivare al porto degli antichi romani. E ad ogni gradino che ti porta verso il basso scorgi sempre più operai al lavoro, da quelli che «coccolano» le antiche mura rinforzandole con malte speciali a quelli che sventrano la pancia di Napoli a morsi di escavatore per creare lo spazio dove arriveranno i convogli.
 
 

Il sopralluogo avviene al seguito della commissione trasporti del consiglio comunale, presieduta dal vulcanico Nino Simeone. A fare gli onori di casa Roberto Cappabianca, presidente del CdA di Metropolitana di Napoli Spa che mostra con orgoglio l'avanzamento dei lavori. Il dettaglio viene spiegato dal direttore tecnico, l'ingegnere Antonello De Risi il quale chiarisce anche quali saranno le prossime aperture: «Entro l'estate i passeggeri potranno usare l'uscita di Palazzo San Giacomo, entro la fine dell'anno sarà aperta quella su via Depretis. Poi nel 2018 verrà attivato il percorso che sbucherà ai piedi del Maschio Angioino e alla fine toccherà alla passerella sotterranea che condurrà direttamente nel porto». E siccome questa porzione dell'intervento è quella più emozionante, Nino Simeone chiede al Comune di imprimere la prima svolta: «Chiamando questa uscita della metro Piazza Municipio - Porto, così i turisti capiranno immediatamente che c'è un treno a disposizione per chi arriva con la nave o per chi deve andare a prenderla».

Il sopralluogo avviene sotto lo sguardo attento dell'ingegnere Serena Riccio, dirigente del Comune addetta alla realizzazione e alla manutenzione della metropolitana, che assieme al suo staff segue con struggente passione ogni passo avanti dell'opera. Ne conosce ogni dettaglio, anche lei riesce a guardare il cantiere con gli occhi di chi lo vede già terminato: «Il percorso che consentirà ai viaggiatori di passare al di sotto di via Acton sarà importantissimo - spiega - anche per il traffico automobilistico che non risentirà più dell'attraversamento pedonale». Ma quando sarà completata l'immensa opera che troppi anni sta paralizzando piazza Municipio e la vita dei napoletani? Tutti concordano sulla data prevista del 2019, anche se qualcuno sorride malizioso, come a dire che la certezza non è così certa.

E come sarà quest'opera una volta conclusa? «Sarà una straordinaria mescolanza fra vita d'oggi e vita antica», spiega l'ingegnere De Risi che mostra la sequenza di modifiche dei disegni dei progettisti Alvaro Siza e Edoardo Souto de Moura che hanno man mano dovuto adeguare l'opera ai ritrovamenti: «Credo che le varianti siano state venticinque», azzarda. Le modifiche sono giunte soprattutto quando s'è deciso di trasformare questa stazione nel nodo di interscambio fra linea 1 e linea 6: il collegamento sarà tutto sotterraneo, le uscite saranno uniche per entrambe le linee.

Anche il percorso che si allungherà verso il porto seguirà lo stile della stazione già operativa. Le antiche mura della città resteranno a vista in una serie di corridoi che diventeranno anche museo. Resterà visibile anche la parte più elevata delle fortificazioni ritrovate durante gli scavi: quella porzione di stazione diventerà un parco archeologico aperto attraverso il quale si passerà per raggiungere il Maschio Angioino.

Sulla vicenda dei ritrovamenti, l'archeologa Daniela Giampaola che per la Soprintendenza ha seguito l'iter dei lavori, mostra tutto il suo entusiasmo: «Questo è l'esempio più concreto dei grandi risultati cui si può giungere con unità di intenti: qui il Comune, la ditta costruttrice e il Ministero hanno saputo condividere tempi e modi. Questa è stata l'esperienza dalla quale è scaturita la legge sull'archeologia preventiva».

Il ritrovamento più citato da tutti è quello delle navi ritrovate sul fondo dell'antico porto. Oggi sono custodite in attesa di una sistemazione definitiva: c'è ancora qualche dubbio fra un museo e questa stazione: «Ma vanno certamente esposte qui, dove sono state trovate», chiosa Mario Coppeto, membro della commissione trasporti. Tutti i presenti concordano... Forse occorre una nuova variante al progetto.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA