Napoli. «Movida, ora basta: più controlli ai baretti, istituzioni assenti»

Napoli. «Movida, ora basta: più controlli ai baretti, istituzioni assenti»
di Daniela De Crescenzo
Sabato 6 Febbraio 2016, 09:25
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C'è chi propone di «andare a fare casino sotto la casa del sindaco», chi vuole ricorrere alla Corte europea per i diritti umani , chi lancia l'idea di allargare la zona a traffico limitato per evitare l'invasione dei provinciali e chi, più concretamente, forse, propone di pretendere il rispetto delle regole esistenti. Arrabbiati, arrabbiatissimi, praticamente furiosi, i rappresentanti dei comitati per la quiete pubblica che uno dopo l'altro stanno nascendo in diverse zone della città dal centro storico a Bagnoli, dal via Aniello Falcone a Chiaia, sono pronti a dare battaglia al Sindaco, al Prefetto, al Questore, tutti colpevoli «di non accettare un confronto vero», di non «tenere in alcun conto le esigenze dei cittadini vittima dell'inciviltà», di «puntare su un'economia distorta piuttosto che su di una città civile». E soprattutto di essere rimasti latitanti non rispondendo all'appello degli organizzatori dell'assemblea organizzata ieri nell'aula Nugnes del Comune di Napoli.

Proprio nelle stesse ore il vice sindaco, Raffaele del Giudice, l'assessore alle attività produttive, Enrico Panini, e il comandante della Polizia Municipale, il colonnello Ciro Esposito, incontravano, però, il Centro Commerciale Naturale Borgo Dante e Decumani e le attività di Piazza Bellini concordando il varo di un «codice etico». Soluzione insufficiente a parere dei residenti. Il primo a prendere la parola è Gennaro Esposito, consigliere comunale, rappresentante del Comitato per la quiete pubblica napoletana che riunisce i comitati di zona. «Noi non diciamo no alla movida - esordisce - A Chiaia gli esercenti dicono di voler adottare un codice di autoregolamentazione, ma finora, nonostante gli impegni la situazione non ha fatto altro che peggiorare e adesso si pone un problema ordine e sicurezza pubblica. Noi abbiamo inviato diffide alle autorità cittadine e anche una denuncia alla Procura, ma finora non si è mosso niente anche perché i controlli sulle norme già esistenti si sono rivelati inefficaci e quindi vanno rafforzati».

Dunque più multe e più vigilanza chiedono i residenti delle aree della movida. Ma non solo. Il presidente della prima municipalità, Fabio Chiosi, sostiene che l'orario di chiusura andrebbe anticipato dalle quattro alle due, ma dalla platea contestano: «È comunque troppo tardi», grida una esasperata rappresentante di Chiaia. Mentre la leader del centro storico, Manuela Margiotta sottolinea: «Piazza Bellini è piena di spacciatori, servono maggiori controlli» e Nunzio lo Vito di via Benedetto Croce sostiene: «La nostra è una città d'arte, ma i negozi degli artigiani stanno cedendo il posto ai pub, alle birrerie e ai bar». E poi nota: «Ma d'altra parte chi si può permettere di pagare affitti che ormai sono alle stelle?».

E subito Filippo Silvestri di Chiaia chiede maggiori controlli anche da parte delle Fiamme Gialle: il lavoro nero, sospettano in molti, fiorisce. Altro che linfa all'economia. Più controlli, quindi, propone Antonio Attenta, per ottenere almeno il rispetto delle norme esistenti: delle concessioni del suolo pubblico, perché nelle strade più strette è diventato impossibile camminare a piedi; dei limiti di emissione sonora su cui tarare gli impianti ; del divieto di vendere bevande in vetro e dell'obbligo di pulire gli spazi esterni utilizzati.
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