Napoli. In cantiere un codice etico per la movida. Ma tra gestori e residenti quasi finisce in rissa

Napoli. In cantiere un codice etico per la movida. Ma tra gestori e residenti quasi finisce in rissa
di Pietro Treccagnoli
Martedì 4 Ottobre 2016, 09:03 - Ultimo agg. 10:07
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Ha rischiato di finire a mazzate, in piena sintonia con l’argomento metropolitanamente spinoso posto sul tavolo: «La movida nel centro storico» che si riduceva, però, all’area del cosiddetto Decumano del Mare (da Donnalbina a largo San Giovanni Maggiore, passando per i Banchi Nuovi). Avete presente una riunione di condominio? Peggio. Esercenti e residenti a sfogarsi uno contro l’altro. Erano così tutti d’accordo sulla necessità di un’intesa che quasi si prendevano a schiaffi. Nella sala Nugnes di via Verdi, a fare da pacieri si sono ritrovati il vicesindaco Raffaele Del Giudice (armato di infinita pazienza), la consigliera comunale Anna Ulleto, che fiduciosa l’incontro aveva promosso, e una collaboratrice dell’assessora Alessandra Clemente. Tutt’attorno una ventina tra maschi e femmine, di età varia, a gridare e, talvolta, a esporre le proprie ragioni che somigliavano alle convergenze parallele di Aldo Moro, con la differenza sostanziale che erano destinate a non incontrarsi mai perché la rabbia che accomunava e divideva sembravano inalterabili come le leggi della geometria. 

Alla fine, ma prima di arrivare alla fine ce n’è voluto, Del Giudice ha tirato le fila e ha messo insieme i punti dirimenti, in una sorta di patto della notte. «Lo sto completando e sarà pronto in tempi contingentati» ha promesso. Qualcuno dei presenti (esercenti perlopiù) aveva espresso preventivamente il proprio scetticismo: «Lo aspettiamo da sedici anni». Comunque sia, la sostanza del piano dell’amministrazione comunale si fonda su un codice etico che si aggiunge alle norme già esistenti e che si fa fatica a imporre; una staffetta tra le forze dell’ordine a supporto della polizia municipale per vigilare sull’ordine pubblico; l’intensificazione del controllo sull’inquinamento acustico e il sequestro di motorini e attrezzature. «È l’unico modo per superare la patologia borderline» ha provato a sintetizzare il vicesindaco.
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