Napoli. Multe antismog, è una pioggia di ricorsi: «L'ordinanza è sbagliata, non pagate»

Napoli. Multe antismog, è una pioggia di ricorsi: «L'ordinanza è sbagliata, non pagate»
di Paolo Barbuto
Sabato 9 Gennaio 2016, 11:34 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 15:51
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Il gran caos dell'ordinanza antismog d'inizio 2016 continua a produrre effetti. Dopo la decisione e il contrordine, arrivano i ricorsi alle multe. Sono stati 387 i napoletani che hanno ricevuto un verbale da 163 euro: in totale 63mila euro di contravvenzioni che avrebbero dovuto riempire le casse del Comune di Napoli. Già, avrebbero, perché in realtà non pagherà nessuno. Il motivo? L'ordinanza firmata dal sindaco conteneva un errore e non era valida.

L'ennesima, clamorosa, falla nel documento, l'hanno individuata le associazioni dei consumatori, due in particolare alle quali si sono rivolti gli utenti inferociti: Noiconsumatori dell'avvocato Angelo Pisani e Proconsumatore di Davide Vicari.

Cos'hanno notato le associazioni all'interno dell'ordinanza? Un particolare di non secondaria importanza: uno dei decreti ministeriali sui quali è basato lo stop alle auto, è stato abrogato nel 2010. Non esiste più e, di conseguenza, non può essere utilizzato per costruirci sopra un'ordinanza sindacale, così quell'ordinanza è praticamente nulla: «Abbiamo già raccolto un consistente numero di ricorsi - spiega Vicari di Proconsumatore - e nei prossimi giorni il numero crescerà sicuramente. L'idea è quella di evitare di rivolgersi al Giudice di pace, percorso costoso per i cittadini. Proporremo un semplice ricorso al Prefetto: basterà dimostrare che quel decreto ministeriale è stato abrogato per chiarire che l'intera ordinanza era viziata e che nessuna contravvenzione poteva essere elevata».

Tra «Proconsumatore» e «Noi consumatori» le richieste di sostegno nella battaglia antimulta sono già più di cento: «Appare evidente che nei prossimi giorni diventeranno molte di più - spiega Pisani di Noi consumatori - l'errore è troppo madornale per non essere notato».

Il documento che non c'è più, e che è alla base del provvedimento firmato da De Magistris è il decreto del ministro dell'Ambiente 2/04/2002 numero 60; nel frattempo, però, il decreto legislativo n. 155 del 13 agosto 2010 ha abrogato, assieme ad altri sedici decreti, anche quello lì. Insomma, da più di cinque anni quella carta non ha più valore, chissà perché l'hanno presa come punto di riferimento a palazzo San Giacomo.

A dire la verità tutta quell'ordinanza è nata sotto una cattiva stella. Il primo segnale di difficoltà s'è mostrato il giorno stesso in cui è stata diffusa. L'ordinanza, infatti, prevedeva anche una norma che imponeva l'abbassamento del calore nei riscaldamenti condominiali. Ma nel momento in cui la polizia municipale s'è organizzata per capire quali multe comminare agli amministratori che non avrebbero rispettato l'ordinanza, ci si è accorti che le multe dovevano essere decise, per ordine del sindaco, solo sulla base del codice della strada: ora tutti voi capirete che è difficile prendere il blocchetto dei verbali e multare un condominio per un problema di caldaia, cercando una violazione delle norme stradali.

Ma poi, onestamente, quell'ordinanza ha avuto vita decisamente breve. Doveva essere drastica e vietare la circolazione per sei giorni consecutivi a Napoli. Invece dopo un solo giorno di attuazione il sindaco, durante un vertice con il suo vice e con il comandante dei vigili, ha deciso di cancellarla. L'ha fatto senza consultare i dati ufficiali dell'Arpac che potevano attestare reali modifiche, in positivo, della qualità dell'aria in città. Ovviamente anche la decisione di revocare l'ordinanza in tempi così stretti e senza l'ausilio di dati validati dagli esperti ha causato tensioni e polemiche.

Alla fine, di tutto quel caos, era rimasta solo la rabbia dei 387 napoletani multati fra sabato e domenica. Adesso anche quel «problema» è cancellato. Nessuna multa alla fine verrà pagata e il Comune non incasserà i 63mila euro che aveva già previsto in cassa.

Sarà come se nulla fosse accaduto. Del resto quell'ordinanza è come se non fosse mai stata scritta...
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