Obesità infantile: ragazzi campani con il fegato grasso

Obesità infantile: ragazzi campani con il fegato grasso
di Marisa La Penna
Giovedì 27 Novembre 2014, 09:51 - Ultimo agg. 11:27
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In tempo di crisi aumentano, soprattutto in Campania, i casi di obesità infantile e di steatosi epatica. Ne hanno discusso epatologi, gastroenterologi e cardiologi nel corso della terza edizione del congrasso sull’«Epatologia nel III millennio» che si è svolto al centro congressi dell'Università Federico II, organizzato da Villa Betania e coordinato da Ernesto Claar.



Non solo. È stato fatto un focus sui nuovi farmaci antivirali per la cura dell’epatite C.

Partiamo dall’obesità infantile per la quale, la nostra regione, detiene da tempo la maglia nera: «Essere obeso nei primi 10 anni vuol dire diventare, con ottime probabilità, un adulto obeso (settantacinque per cento dei casi) con risvolti psicosociali e la predisposizione a problemi ortopedici, endocrino-metabolici, cardiovascolari, respiratori e gastrointestinali» ha ammesso Claar, segretario regionale dell’Aigo, l’associazione italiana gastroenterologi ospedalieri.

In Campania, come detto, abbiamo il triste primato dell’obesità infantile con il trentotto per cento dei bambini in sovrappeso rispetto alla media italiana che è del ventiquattro per cento. «Il reddito ed il potere di acquisto stanno influenzando i comportamenti alimentari: gli alimenti più ricchi di zuccheri ed addizionati di grassi sono spesso economici, prontamente disponibili e quindi si preferiscono a scapito delle corrette scelte alimentari. Più obesità vuol dire più grasso al fegato, più infiammazione al fegato e dal momento che il grasso al fegato si comporta come un virus, in futuro più cirrosi, più epatocarcinoma» avverte Claar. E precisa: «Questo è il motivo per il quale l’epatologo del III millennio si occuperà sempre più di problemi legati al metabolismo mentre lo specialista del secolo scorso si è occupato prevalentemente di virus».

Per sensibilizzare genitori e alunni sulla corretta alimentazione, è partito così, proprio da Napoli un progetto pilota sull’educazione alimentare e corretto stile di vita: le docenti dell’International School of Naples, diretta da Josephine Sessa, hanno svolto, nelle scorse settimane nelle classi dalla prima alla quinta elementare, lezioni sull’importanza della dieta mediterranea e di stili di vita sani. I disegni degli allievi e gli elaborati sonostati esposti durante il convegno al centro congressi della Federico II (organnizzato da Villa Betania).





Come detto, nelcorso del meeting scientifico si è discusso anche dei nuovi farmaci antivirali per la cura dell’epatite C. Rivela Claar, che è anche epatologo a Villa Betania: «Abbiamo finalmente a disposizione farmaci che ci consentiranno la cura dell’infezione in tempi brevissimi rispetto al passat. Si tratta di farmaci maneggevoli, senza effetti collaterali e con delle percentuali di successo altissime che potranno superare il novantacinque per cento».

«Il problema - conclude infine l’epatologo - è che questi farmaci cosiddetti ”antivirali diretti” hanno per il momento costi altissimi e non potranno essere distribuiti indistintamente a tutti, infatti è necessario stabilire il regime terapeutico più efficace, più sicuro e più economico».
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