Omicidio di Afragola: scissioni e sgarri
i nuovi boss dietro la scia di sangue

Omicidio di Afragola: scissioni e sgarri i nuovi boss dietro la scia di sangue
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 5 Giugno 2017, 00:00 - Ultimo agg. 00:15
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Prendete una torta e provate a dividerla in quattro parti uguali. Tutti contenti? No. Perché se la torta è ghiotta, allora la camorra proverà sicuramente a rubarvela. Per intera o indivisibile che sia. Ad Afragola i clan hanno rotto gli argini che fino a ieri contenevano la diga del malaffare. 

Camorra «mafiosa», sottolineano fonti giudiziarie: il che vuol dire che sotto un sostrato di apparente legalità arde più che mai il fuoco della criminalità organizzata. È ancora troppo presto per poter dire se dietro il crudele omicidio di Remigio Sciarra - considerato il «tesoriere» del gruppo criminale dei Cennamo, banda di delinquenti che cerca di farsi spazio nel vuoto pneumatico lasciato dai Moccia di Afragola - possa nascondersi una regìa nera e sapiente. Certo è che dietro questa improvvisa recrudecsenza di piombo e sangue in provincia di Napoli si muovono molti e oscuri interessi.

Le indagini. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli titolari delle indagini (i sostituti Ida Teresi e Giancarlo Scarfò) nulla può, almeno in questo momento, darsi per scontato. Grande è la confusione sotto il cielo della camorra. Tutti contro tutti. E dunque, tanto per cominciare: legare l’esecuzione di Sciarra a quella del 72enne imprenditore Salvatore Caputo diventerebbe un’impresa avventurosa. Nemmeno i nodi legati alla ghiotta aspettativa dei grandi affari - di quel business legato alle «grandi opere» in cantiere, a cominciare dall’Alta Velocità e dalle bonifiche dei territori dell’hinterland - sembrano convincere gli inquirenti. 

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