Mariarca, marito-killer vuole abbreviato, l’ira della famiglia: merita l’ergastolo

Mariarca, marito-killer vuole abbreviato, l’ira della famiglia: merita l’ergastolo
di Francesca Mari
Sabato 17 Marzo 2018, 22:57 - Ultimo agg. 18 Marzo, 11:37
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TORRE DEL GRECO - Omicidio volontario premeditato con l’aggravante di aver agito per futili motivi: l’assassino di Mariarca Mennella rischia l’ergastolo e punta al rito abbreviato per lo sconto di pena. Il pubblico ministero della Procura di Venezia, Raffaele Incardona, ha chiuso le indagini per l’omicidio della 38enne di Torre del Greco, commessa e mamma di due figli, uccisa dall’ex marito con cinque coltellate il 23 luglio del 2017 a Musile del Piave. Presto sarà chiesto il rinvio a giudizio per il reo confesso, il 44enne torrese Antonio Ascione che al momento dell’omicidio era ospite della sua ex moglie, a Musile dove la donna si era trasferita da oltre un anno. Il legale dell’uomo l’avvocato Giorgio Pietramala ha annunciato che, non appena sarà fissata l’udienza, chiederà il rito abbreviato per evitare l’ergastolo al suo assistito. Scelta usuale in questi casi, ma che ha scatenato la rabbia e il risentimento dei familiari di Mariarca (rappresentati dal legale Alberto Berardi) e anche delle due comunità, quella di Torre del Greco e quella di Musile, unite nel dolore per questo atroce femminicidio. 

A parlare a nome dela famiglia è Anna Mennella, una delle quattro sorelle di Mariarca (le altre tre sono Assunta, Pina e Virginia; poi c’è un fratello Antonio): «Quell’uomo deve marcire in carcere – tuona e se sarà accolta la richiesta di rito abbreviato, siamo tutti d’accordo che andremo a manifestare fuori al tribunale: molti cittadini delle due città coinvolte sono con noi. È vergognoso che ci siano avvocati pronti a difendere questi vermi. Merita l’ergastolo per ciò che ha fatto: è l’unica nostra speranza per riscattare Mariarca strappata alla vita barbaramente e i due bambini, vittime innocenti di questa tragedia». 
 
I due figli della coppia, la 15enne Assia e Salvatore di 10 anni dal momento della tragedia vivono a Torre del Greco, lei con la nonna materna Maria, vedova da quattro anni, lui con la zia Assunta. Affrontano la situazione in maniera diversa, anche per le età differenti, entrambi sono seguiti da uno psicologo e frequentano il liceo linguistico lei e le elementari lui. «Assia strappa le lettere che il padre le invia dal carcere- prosegue Anna - per lei è morto da quando ha ucciso sua madre. Salvatore, invece, chiede spesso di lui, risponde (con il supporto della specialista) alle sue missive. Ma entrambi dicono che senza la mamma sentono mancare l’aria». 

Sono trascorsi otto mesi dal delitto, ma per la famiglia di Mariarca il tempo si è fermato. «Non riusciamo a darci pace – conclude Anna – è come se non fosse passato nemmeno un giorno da quella terribile domenica. Ci sentiamo in un tunnel senza luce. Mia madre non fa altro che piangere, dice che sta vivendo un’altra vita. Noi fratelli viviamo per inerzia e cerchiamo di nascondere il dolore solo per gli orfani di questa disgrazia». 

Mariarchetta Mennella, detta Mariarca, era una donna molto solare, amata da amici e conoscenti e ricordata da tutti sempre con il sorriso sulle labbra. Aveva svolto diversi lavori (dalla barista alla promoter fino alla commessa) ed era stata sempre indipendente. Si era sposata con il suo aguzzino 16 anni fa, ma negli ultimi anni le discussioni erano diventate sempre più frequenti per la gelosia ossessiva di lui. Così, un anno e mezzo fa, Mariarca aveva deciso di lasciarlo e ricominciare una nuova vita con i suoi figli, trasferendosi a Musile del Piave dove lavorava come commessa in un centro commerciale. Prima dell’omicidio aveva accettato di ospitare per qualche giorno nella sua casa in via Dante Alighieri il suo ex: lui, con la scusa di cercare lavoro come pizzaiolo, in realtà voleva cercare di riconciliarsi con lei. La mattina del 23 luglio, tra le cinque e le sette, l’uomo la colpì con tre coltellate al torace e due al braccio: lei dormiva, nell’autopsia non sono emersi segni di tentativi di difesa. Dopo qualche minuto lui chiamò i carabinieri e confessò di avere ucciso la sua ex moglie.
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