Napoli, a Piazza Borsa sgominato il "branco" «In sei per uccidere un bengalese»

Coltellata al petto dopo una rapina

Polizia a Napoli
Polizia a Napoli
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 16 Giugno 2023, 08:22 - Ultimo agg. 16:19
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Non gli è bastato tramortirlo a colpi di calci e pugni. Non gli è bastato circondarlo in sei, strappargli l'incasso di una settimana di lavoro. Hanno fatto di più: quando il commerciante era a terra, praticamente incapace di reagire, gli hanno inflitto una coltellata al petto. Colpito al torace da un fendente: lo volevano uccidere. Sono queste le accuse che hanno spinto il gip del Tribunale dei minori a firmare cinque ordini di arresto a carico di altrettanti adolescenti. Nella stessa vicenda, è stato denunciato (e verrà deferito) anche un sesto componente del gruppo, che non è imputabile in quanto non ha ancora 14 anni. Un episodio che basta da solo a confermare l'emergenza giovanile nel nostro distretto, in una scia di sangue e violenza che scandisce la cronaca quotidiana. Ma torniamo agli arresti scattati la scorsa mattinata. A far scattare le indagini è un episodio avvenuto lo scorso marzo. Siamo tra via Duomo e piazza Borsa, a pochi passi da corso Umberto, in una delle zone più trafficate di Napoli, quando il gruppo entra in azione.

Un agguato avvenuto davanti a decine di persone, spicca la violenza dei componenti del branco. Vittima è un commerciante bengalese, costretto a cedere gli incassi di una settimana. Duemila euro, soldi che evidentemente non bastano ad arginare lo sfoggio di violenza degli aggressori. Arriva la coltellata al petto. E comincia la corsa contro il tempo. Una disperata corsa contro il tempo, che si conclude al Cardarelli, dove il commerciante bengalese è stato condotto in codice rosso.

Provvidenziale la prontezza dei medici dell'ospedale collinare, che hanno salvato la vita al commerciante extracomunitario, con un intervento chirurgico in urgenza. Un'aggressione estemporanea, violenta, fedele a codici sanguinari ormai adottati in modo seriale nelle strade del centro e nelle zone di periferia.

Ci sono voluti giorni alla vittima del raid per ritornare in possesso della propria lucidità. Una volta ascoltato dagli inquirenti, ha ripercorso i momenti dell'aggressione subita: «Sono stato circondato, mi hanno aggredito, mi hanno portato via i soldi, poi quella coltellata». A questo punto decisivo è stato il lavoro dei poliziotti della Mobile, che hanno recuperato alcune immagini dal sistema di videosorveglianza (pubblico e privato) che è stato allestito in questi anni lungo corso Umberto, via Duomo e piazza della Borsa. Alcune immagini hanno consentito di inquadrare l'azione del branco, nel momento della fuga, dopo aver consumato l'assalto all'esercente. Vestiti, tatuaggi, griffe sulle scarpe hanno instradato gli inquirenti, che poi hanno ottenuto la conferma da parte della vittima, che ha riconosciuto i componenti del branco. Ha spiegato la vittima: «Sono stati loro», a proposito di alcune fotoriproduzioni che gli sono state mostrate.

Non è tutto. Inchiesta condotta dal pm Ciccarelli, sotto il coordinamento della procuratrice Maria De Luzenberger, scattano le manette: per cinque soggetti non ancora 18enni, c'è il trasferimento nell'istituto penitenziario minorile, mentre per un sesto soggetto - quello under 14 - scattano altre contromosse: sono stati avvisati i genitori, c'è una denuncia, con un probabile intervento dei servizi sociali. Verifiche in corso sul suo andamento scolastico, mentre le scene immortalate dalle telecamere sembrano fatte apposta per entrare nella galleria di giovani violenti, nel continuo rimando tra finzione e realtà, set cinematografico e processo penale.

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