Napoli, dossier contro de Magistris:
​due pagine sugli immobili

Napoli, dossier contro de Magistris: due pagine sugli immobili
di Leandro Del Gaudio
Sabato 26 Novembre 2016, 08:16 - Ultimo agg. 10:06
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Come sono andate le cose prima e dopo, quali sono stati i vantaggi e le criticità per la macchina comunale, a partire da una data che fa da spartiacque: il 31 dicembre del 2011, quando il gruppo Romeo cessa di gestire il patrimonio immobiliare di Napoli. Sono questi i contenuti dei documenti trovati lo scorso 29 ottobre in casa del dirigente comunale Giovanni Annunziata.

Due fogli, non più di due fogli, che consentono agli inquirenti di parlare di esito positivo dell'attività di indagine, a proposito di un blitz a sorpresa che dà inizio all'inchiesta che punta i suoi riflettori sul gruppo Romeo e su alcuni dirigenti comunali. Capitolo Romeo-Annunziata, dagli atti delle indagini emerge il contenuto di quello che nella sintesi della polizia giudiziaria viene chiamato «dossier» anti De Magistris. In sintesi, i carabinieri mettono a verbale che sono stati trovati «due fogli spillati, relativi a gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del comune di Napoli, nella consiliatura a guida De Magistris relativi a situazione nell'autunno 2012 al termine dell'esperienza Romeo».

Seguono correzioni e appunti che dovrebbero essere stati apportati dallo stesso Annunziata. Una probabile fotografia sulla scelta di affidarsi alla Napoli servizi, di internalizzare la gestione degli immobili con una società interna a Palazzo San Giacomo. Tutto qui? - viene da chiedere - possibile che il presunto dossier costruito da un dirigente di lungo corso si componga solo di due pagine? È una delle domande dell'inchiesta, anche secondo quanto emerge dalle sommarie informazioni messe nero su bianco da Carlo Vadorini appena otto giorni fa. È il 18 novembre scorso, quando il testimone viene ascoltato dai carabinieri del reparto operativo di Roma, offrendo alcune conferme rispetto a quei fogli trovati meno di un mese prima nell'abitazione di Annunziata. Le parole di Vadorini sono ormai note. In passato legato da un rapporto di amicizia con Annunziata (che è indagato per corruzione, per aver ottenuto la proroga dell'assunzione di Vadorini presso la Romeo), il teste fa parziali ammissioni: «Annunziata mi ha confidato che gli era stato chiesto da parte dell'entourage della Romeo o da altri di procurarsi presso il comune di Napoli carte e documenti riferiti al sindaco uscente De Magistris»; insomma: documenti sensibili e compromettenti, in grado di condizionare il voto, anche se la memoria di Vadorini è meno sicura quanto al mandante politico o al ruolo del gruppo Romeo: «Non escludo sia stato Romeo a commissionargli tale attività, mi ha detto solo che lo faceva nell'interesse della parte politica avversa».

Parole che fanno i conti con i documenti che erano stati sequestrati e con un'attività investigativa, al momento conosciuta solo in parte. Ma come replica il diretto interessato? Si limita a poche righe affidate ai sui legali, gli avvocati Roberto Aniello e Felice Laudadio, che puntano a smentire l'ipotesi di un dossieraggio: «Rappresento che non ho mai svolto nessuna attività di dossieraggio su indicazione o nell'interesse di chicchessia. Tengo a precisare che ho svolto sempre le mie funzioni di dirigente del Comune di Napoli nel pieno rispetto della figura del signor sindaco di Napoli nel rispetto delle sue funzioni istituzionali e dei miei doveri di ufficio». Poi la stoccata finale, che sancisce di fatto la rottura del legame di amicizia con Vadorini: «Mi riservo di agire nelle sedi opportune laddove doverose risultare che il signor Vadorini ha reso effettivamente tali dichiarazioni». Ben altro tenore dunque rispetto alle decine di conversazioni intercettate in questa vicenda, che attestavano invece un contatto frequente tra Annunziata e Vadorini, che attestavano ad esempio l'impegno e la disponibilità del primo a sollecitare la proroga del contratto presso il gruppo Romeo dello stesso Vadorini.

Amareggiato, ma determinato.

Così si mostra Annunziata agli occhi di chi lo conosce bene e che lo ha frequentato in queste giornate convulse. Tende a scrollarsi di dosso l'etichetta «uomo dei dossier», fino a rivendicare anche l'assenza di un dossier vero e proprio. Ma in cosa consistevano quelle carte trovate dai carabinieri? Perché collazionare documenti sul patrimonio immobiliare, sulla gestione successiva alla decisione della prima giunta De Magistris di chiudere l'esperienza Romeo? Stando ai bene informati, in quelle carte si faceva riferimento ad articoli di giornale, ma anche ai rilievi firmati da Corte dei Conti, revisori, esperti di bilancio interni alla macchina amministrativa. Il tutto in un anno «pre-elettorale», passato dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, alle primarie per la scelta del candidato sindaco per il Pd, fino all'assalto al trono di De Magistris. Anche su questo punto, Annunziata non si esprime, non fa commenti, si mostra disincantato. Si tratterebbe - in un'ottica puramente difensiva - di dati che possono essere conosciuti da chiunque.

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