«Tra le ipotesi di reato vi sarebbero comportamenti collusivi con clan camorristici nell'ambito della commessa per la gestione delle pulizie all'ospedale Cardarelli di Napoli» è scritto. «Ipotesi di reato che leggiamo con amarezza e stupore - rileva Romeo Gestioni - perché possiamo ampiamente dimostrare tutte le attività di allarme, di denunce e di bonifica delle maestranze, effettuate da Romeo Gestioni dal momento del subentro alle ditte che precedentemente erogavano il servizio in oggetto al Cardarelli. A propria tutela infatti Romeo Gestioni ha avviato da subito una azione di rigoroso controllo del personale passato alle proprie dipendenze; tale attività ha prodotto, dal primo novembre 2014 al 15 novembre 2016, 7 esposti alla Procura della Repubblica, 2 note documentate alla Prefettura di Napoli e all'Anac, 400 provvedimenti di contestazioni, interessanti circa 200 diversi dipendenti, che hanno dato luogo a 6 provvedimenti di ammonizione, 134 applicazioni di multe, 60 provvedimenti di sospensione dal lavoro, 10 provvedimenti di licenziamento, 6 trasferimenti in altri cantieri».
Secondo la società «a nessuno dei suddetti atti ha fatto riscontro alcuna attività di prevenzione o di tutela da parte delle autorità competenti e forze dell'ordine. Ciò nonostante, Romeo Gestioni, finora ha responsabilmente evitato di interrompere l'erogazione dei servizi previsti dalla commessa». Prosegue la nota: «Ma oggi, la notizia dell'indagine, così come è prefigurata, ci impone la decisione di chiedere la risoluzione del contratto - con citazione presso il Tribunale di Napoli - per sopraggiunti, gravi motivi di impossibilità di adempimento. Decisione obbligata di tutela, per evitare il paradosso che il rispetto del contratto di lavoro e della legge vigente in materia, si prefiguri a ulteriore nostro danno come una reiterazione dei reati contestati. Forse bisognerebbe accettare l'idea che solo l'Esercito o le forze dell'ordine potrebbero garantire il servizio a cui necessariamente rinunciamo».