Fuorigrotta, il giorno dopo Salvini
zona ripulita ma resta la paura

Fuorigrotta, il giorno dopo Salvini zona ripulita ma resta la paura
Domenica 12 Marzo 2017, 13:52 - Ultimo agg. 15:38
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I segni materiali della 'battaglia' di ieri pomeriggio nella zona di Fuorigrotta a Napoli scatenata in occasione del corteo contro il leader della Lega, Matteo Salvini, sono stati quasi del tutto rimossi (c'è traccia ancora di qualche segnale stradale divelto) mentre si fa la conta dei danni (anche tra le forze dell'ordine, con 15 mezzi danneggiati); più complicato è cancellare dalla mente degli abitanti della zona, dei commercianti, delle mamme le scene di guerriglia urbana, provocate da qualche centinaio di teppisti, alle quali hanno dovuto assistere.
 

 

In poco meno di un'ora di follia l'area centrale del quartiere occidentale della città è stata messa a ferro e fuoco con lanci di molotov, sassi ed il terrore si è impossessato della gente rifugiatasi nei negozi molti dei quali con le saracinesche abbassate. L'area oggi è stata ripulita dai mezzi e dagli addetti dell'Asia anche su impulso del presidente della Municipalità, Diego Civitillo, che ha ha sollecitato uno sforzo in più all'azienda impegnata nel settore dei rifiuti al fine anche di presentare in maniera dignitosa la zona che oggi ospiterà allo stadio San Paolo la partita Napoli-Crotone. Ma tra la gente rimane un ricordo forte e pochi hanno dubbi.
 

«Va bene la protesta, giusto far sentire le proprie ragioni, ma la violenza no, non si può mettere in ginocchio un intero pezzo di città»: questo il leit motiv. «È stato come la fine del mondo» racconta un anziano. «Una città allo sbando per quasi un'ora con scende di devastazione, incredibile» aggiunge una donna che passeggia con il suo bambino. E una ragazza racconta: «Nel nostro negozio si è rifugiata una donna in lacrime, terrorizzata come tante altre» dice una ragazza impiegata alle dipendenze di un parrucchiere della zona. Insomma scene di ordinaria follia che oggi sembrano un film che in tanti avevano già programmato di essere costretti a vedere. «È una vergogna» taglia corto un esercente, «sono sconcertato».

Mentre infuria la polemica tra chi difende la condotta del sindaco, Luigi de Magistris, («La città delle Quattro Giornate non poteva sopportare la presenza di Salvini») e chi accusa il primo cittadino di aver fomentato, con le sue dichiarazioni, la protesta dei centro sociali, rimane l'immagine di una Napoli disorientata in attesa di una risposta.

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