Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, svolte dagli agenti del Commissariato Scampia, hanno fatto piena luce sulle responsabilità individuali e le dinamiche criminali del gruppo, attivo nel lotto G della via Ghisleri, soprattutto dopo l’omicidio di Francesco Angrisani, avvenuto nel dicembre del 2016.
Le indagini hanno evidenziato anche una escalation - come dice il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Filippo Beatrice - di minacce e violenze, con impiego di armi, che sarebbero state compiute dal gruppo Angrisano nei confronti di diverse persone residenti nel lotto G del quartiere ma anche di un imprenditore.
Quest'ultimo è stato vittima di continue minacce di incendio ai suoi distributori di carburanti, poi sfociate nei primi giorni di gennaio in un vero e proprio attentato incendiario ai suoi impianti. Il provvedimento eseguito oggi ha inoltre riguardato persone che si sarebbero rese protagoniste di una vera e propria 'cacciatà di interi nuclei familiari ritenuti vicini a membri del gruppo rivale degli Angrisano.
La situazione è poi degenerata a seguito dell'omicidio di Francesco Angrisano, avvenuto l'11 dicembre 2016.
Le persone offese «pur non mostrando reticenza nel denunciare i fatti di cui sono state vittime - dice Beatrice - hanno palesato timore nell'identificare compiutamente gli autori dei delitti, successivamente identificati attraverso attività operative»