Napoli tra scippi e violenza:
l’assedio della microcriminalità

Napoli tra scippi e violenza: l’assedio della microcriminalità
di Paolo Barbuto
Lunedì 29 Agosto 2016, 10:47 - Ultimo agg. 10:49
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Provate ad andare sul sito web della Polizia di Stato e fate una ricerca sulla città di Napoli. Comparirà un documento dal titolo (on line dal 2012) che è tutto un programma: «Vedi Napoli e poi... resta sicuro», non c’è un analogo file riferito ad altre città d’Italia.

Quella pagina web contiene consigli vari di sopravvivenza alla delinquenza napoletana e ha una intera porzione dedicata al tema scippi e borseggi. «1) Evitare di fare sfoggio di catenine, orecchini, bracciali e altri oggetti molto vistosi: uno strappo potrebbe provocare conseguenze fisiche anche molto serie. 2) Di sera, cercare di non passeggiare per strade buie o poco illuminate. 3) Portare la borsa sempre a tracolla, rivolta verso il marciapiedi e non verso la strada, tenendo l’avambraccio a protezione dell’apertura. 4) In caso di scippo della borsa, lasciare la presa, altrimenti si rischia di essere sbattuti a terra e trascinati. 5) Non tenere nella borsa oggetti di valore, documenti o le chiavi di casa e portare con sé solo il denaro strettamente necessario. 6) Sia in strada che sui mezzi pubblici, evitare di tenere il portafogli nelle tasche posteriori».

Adesso, onestamente, dopo aver letto questi consigli accorati ed estremamente utili, non vi sembra che le limitazioni delle libertà alle quali dobbiamo sottoporci siano troppe?
 

 

In attesa dei prossimi dati ufficiali continuiamo a detenere il record di città con il maggior numero di rapine d’Italia: 350 ogni centomila abitanti. Il numero, però, preso in valore assoluto spiega che la situazione migliora, che il reato è in decrescita. Discorso identico, con andamento altalenante, anche per scippi, borseggi e altri reati minori: in generale sono considerati in diminuzione, con qualche picco scatenato dalla disperazione dettata dalla crisi.
Il fatto è che qui non vogliamo fare un resoconto numerico. Qui cerchiamo di raccontare la vita vera, reale, quella che affrontiamo tutti i giorni: e la vita reale non va d’accordo con le statistiche perché la sensazione di insicurezza cresce di giorno in giorno, di ora in ora. 

BORSEGGI
Così i dati sono altalenanti ma la vita è un inferno. Partiamo dai borseggiatori contro i quali è partita una campagna sui bus di Napoli: «Fate attenzione». Il fatto è che i delinquenti a bordo dei bus ci sono da sempre e i viaggiatori abituali hanno anche imparato a riconoscerli. Qualche volta sventano un colpo perché li seguono con lo sguardo e iniziano ad urlare, molto più spesso i borseggiatori la fanno franca. Ovviamente i borseggiatori hanno anche altri territori che sono i mercatini dove le donne distratte lasciano incautamente aperte le borse dopo la spesa, e i luoghi turistici nei quali i visitatori sono emozionati per le bellezze e non si accorgono che borse e zainetti vengono aperti e svuotati. Le tecniche sono sempre le stesse: uno spintone tra la folla per non far sentire la mano nella tasca, un inseguimento ravvicinato alle spalle per sfilare il portafogli dalla borsa, c’è anche la tecnica delle pinzette: vanno in giro con quelle lunghe che gli chef usano in tv per rigirare la frittura, solo che le utilizzano, soprattutto nelle strade turistiche, per entrare «chirurgicamente» nelle borse tenendosi a distanza di sicurezza.

SCIPPI
Il tema è drammaticamente diffuso perché è il reato considerato più «facile» da eseguire e con maggiore possibilità di successo. Gli esperti delle forze dell’ordine spiegano che non c’è quartiere di Napoli libero dal problema anche se le modalità variano a seconda della zona e della persona. Ci sono gli sciacalli che si accaniscono sulle persone anziane: la tecnica del «filo di banca» o di posta è ancora in vigore, con variazioni sul tema. Un delinquente segue l’anziano che va a prelevare, lo segnala al compare che va a colpo sicuro e gli prende di mano il denaro appena ricevuto. Ci sono, poi, gli scippatori «random» che non partono con un obiettivo preciso: vagano per la città in cerca della preda giusta, quasi sempre donna, e colpiscono. Questi ultimi, in genere, compiono scippi seriali, anche dieci in un giorno, e poi scompaiono per un po’. Anche sul fronte degli scippi c’è una clamorosa recrudescenza nel centro storico perché i poveri turisti rappresentano un bersaglio estremamente facile: decine i colpi nell’area dei decumani e in prossimità dei grandi alberghi oltre che alla stazione ferroviaria. Lì, nell’area di piazza Garibaldi operano generalmente gli stranieri che puntano i viaggiatori appena scesi dal treno e corrono a impossessarsi di zaini o bagagli appoggiati per terra e non presidiati da vicino.

RAPINE 
Anche in questo caso c’è un’ampia letteratura legata ai turisti i quali vengono presi di mira sia con coltelli e armi, sia con calci e pugni. In genere in questo caso i delinquenti mirano ad orologi di valore o a gioielli particolarmente vistosi. C’è, però, tutta un’altra porzione di rapinatori che non ha interesse verso i turisti e si concentra sui napoletani, in ogni quartiere della città, da Chiaia all’Arenella, da San Giovanni a Posillipo. I meno ardimentosi si accaniscono sui ragazzini: puntano un gruppetto di minorenni, aspettano il momento giusto e vanno ad aggredirli. Portano via i pochi euro per la pizza, ma soprattutto i preziosissimi smartphone che sul mercato parallelo hanno un valore molto elevato. Ci sono, poi, quelli specializzati in coppiette: colpiscono sotto casa durante il bacio della buonanotte oppure nelle zone dove i giovani vanno ad appartarsi. Anche in questo caso si tratta di colpi «facili» perché le coppie in genere non reagiscono mai.

ABUSIVI E VENDITORI
Qui il discorso diventa difficile perché ogni napoletano nella vita ha subito un’estorsione da un parcheggiatore, ma nessun napoletano ha mai pensato di denunciare, anche perché dopo la denuncia la vita diventerebbe un inferno.
Tutti si lamentano ma siccome le armi di legge sono spuntate, i parcheggiatori vengono multati e segnalati, ma continuano a fare ciò che vogliono. Infine affrontiamo il discorso dei venditori, quelli che vi avvicinano per strada e non vi danno tregua finché non prendete i calzini o l’accendino o qualunque altra cosa. Anche questi, spesso sono aggressivi e violenti; si accaniscono su donne sole o su giovanissimi e li «opprimono» finché non prendono soldi. Anche in questo caso nessuno segnala: del resto nel marasma di Napoli chi interverrebbe per liberare una donna da un venditore opprimente?

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