Servizio Cimiteri a Napoli,
l'ex dirigente ora fa il «consulente»

Servizio Cimiteri a Napoli, l'ex dirigente ora fa il «consulente»
di Valerio Esca
Venerdì 13 Gennaio 2017, 10:23
2 Minuti di Lettura
Il bando per i dirigenti del Comune di Napoli si è tramutato in un pasticcio amministrativo. Oltre ai due ricorsi che pendono come una spada di Damocle sulla selezione per figure da inserire a tempo determinato nella pianta organica dirigenziale dell'Ente, uno al Tar (redatto dall'avvocato Riccardo Marone e sottoscritto da 9 ricorrenti) ed uno all'Anac (presentato dall'avvocato Manfredi Nappi e sottoscritto da tutte le opposizioni in Consiglio comunale), alla fine si scopre che due caselle tra le più importanti sono rimaste scoperte. Si tratta del servizio Politiche per la casa e quello ai Cimiteri.

Il primo si occupa di assegnazione alloggi residenziali pubblici, volture e di immobili ad uso non abitativo, il secondo di tutta la riforma dei cimiteri. Insomma due asset strategici per il Comune, senza che ci sia però una figura che si assuma la responsabilità di firmare gli atti, i decreti o che autorizzi una qualsiasi pratica. A Palazzo San Giacomo si sta pensando di affidare i servizi ad interim, ma sembra che nessuno sia disposto ad assumerne la responsabilità. Ma come si è arrivati ad un fatto così clamoroso? Semplicemente grazie alle direttive del bando, che prevedeva nel curriculum dei candidati un'esperienza di almeno 5 anni nell'area per la quale si era candidati. In parole povere: chi negli ultimi cinque anni aveva ricoperto un ruolo dirigenziale in un servizio (senza aver maturato precedentemente esperienze di dirigente) non poteva candidarsi a guidare un servizio diverso. Ed è così che professionisti come Andrea De Giacomo, che in questi anni si è dato molto da fare per la riforma dei cimiteri come dirigente, sia rimasto fuori perché gli mancavano quattro giorni per maturare il requisito. Il sindaco pur di non privarsene - e forse resosi conto del pastrocchio combinato - gli ha conferito due sere fa l'incarico a titolo gratuito. Una sorta di collaborazione esterna, non retribuita, ma che comunque non andrà a colmare il vuoto dirigenziale. Ma questo è solo uno degli strani casi di un bando che si è travestito da concorso pubblico, ma che nei fatti ha seguito un iter diverso. Ci sono anche altri dirigenti, che per anni (con la gestione de Magistris) hanno operato assumendosi a volte anche enormi responsabilità. Bene, alcuni di questi, secondo il bando non erano idonei neanche a partecipare per mancanza di titoli. Come a dire: fino al 20 dicembre avete fatto atti, delibere e decreti, ma adesso non andate più bene perché la vostra laurea è solo triennale, o perché non avete accumulato 5 anni in quell'area specifica. Dulcis in fundo, la commissione, presieduta dal direttore generale Attilio Auricchio, ha fatto rientrare dalla finestra anche due dirigenti di punta della giunta Iervolino cacciati dal portone principale cinque anni e mezzo fa. Non certo un distillato di coerenza.