Napoli, sparatoria tra la folla al Vasto: nigeriano ferito, l'avvertimento dei killer napoletani

Napoli, sparatoria tra la folla al Vasto: nigeriano ferito, l'avvertimento dei killer napoletani
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 10 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 09:32
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Punire chi aveva commesso uno sgarro e, allo stesso tempo, lanciare un avvertimento ai tanti pusher africani che spacciano in strada. È con ogni probabilità questa la doppia chiave di lettura dell'agguato messo a segno ieri mattina per le vie del Vasto. Poco prima di mezzogiorno gli spari tra la folla seminano il panico in via Venezia, strada sempre molto affollata nel cuore del quartiere a ridosso di piazza Garibaldi ribattezzato Little Africa.
 

 

Un raid, quello compiuto da due uomini in scooter con i volti coperti da caschi integrali, dal chiaro sapore camorristico.

L'uomo che impugnava la pistola ha quasi svuotato il caricatore dell'arma puntandola contro un nigeriano di 52 anni, immigrato in Italia e residente a Napoli con regolare permesso di soggiorno. Otto i bossoli repertati in strada, una gragnuola di proiettili, tre dei quali hanno raggiunto la vittima alle gambe. Il ferito è stato ricoverato all'ospedale Loreto Mare: non è in pericolo di vita.

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Ma ricostruiamo le fasi della sparatoria. È quasi mezzogiorno quando due centauri si materializzano a bordo di una moto in via Venezia. La coppia punta dritta verso l'africano che staziona su un marciapiedi, non lontano da un negozio di alimentari, la strada è piena di gente.

All'improvviso, il fragore dei colpi, poi le urla, la vittima che si accascia al suolo perdendo sangue e una folla di stranieri - in prevalenza africani - che cerca di prestare i primi soccorsi. Sul posto arrivano le forze dell'ordine, che avranno il loro da fare per sedare gli animi e mettere in sicurezza su un'ambulanza il nigeriano. Sono attimi di tensione fortissima.

Sul posto sono subito giunte le Volanti della Questura, ma al loro arrivo degli attentatori non c'era più traccia. Secondo alcune testimonianze i due uomini in moto si sono subito dopo dileguati piegando verso via Milano, per poi lasciarsi inghiottire dal dedalo di stradine che portano verso piazza Carlo III.

Poco dopo sono entrati in azione gli esperti della Polizia scientifica, che hanno repertato i bossoli. Indagini non facili, sebbene si siano acquisite anche le immagini di un paio di telecamere di videosorveglianza della zona, i cui fotogrammi potrebbero almeno aver ripreso la fuga dei sicari (che sarebbero italiani, e non stranieri).
 

Si scava nella vita del ferito, che sarebbe noto alle forze dell'ordine per piccoli precedenti legati allo spaccio di droga. E questa potrebbe rappresentare una prima chiave di interpretazione per inquadrare almeno lo scenario nel quale si sarebbe consumato l'agguato. E poi c'è il quartiere: a fare da sfondo a questo ennesino fatto di sangue c'è il Vasto, zona ormai fuori controllo per la straripante presenza di immigrati maghrebini e di colore, molti dei quali vivono di piccoli espedienti o di spaccio di stupefacenti. Il livello di sopportazione dei residenti, di fronte a quotidiane situazioni di piccola e grande illegalità, ha da tempo superato i livelli di guardia: tra le vie a ridosso di una piazza Garibaldi tirata a nuovo da un importante maquillage urbanistco risse, aggressioni, liti violente che finiscono spesso anche nel sangue tra stranieri sono all'ordine del giorno.
Di qui la doppia pista che non si può non prendere in considerazione per cercare di dare un nome e un volto agli attentatori. La prima: dietro il ferimento del nigeriano potrebbero celarsi (direttamente o indirettamente) affari illeciti legati, appunto, a partite di droga da smerciare e, forse, non pagate; la seconda pista, che pure si tiene con la prima, è che con il raid si sia voluto - da parte di ambienti legati alla criminalità organizzata del centro - lanciare un segnale forte proprio agli africani che stanno occupando spazi sempre più significativi nello spaccio.

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