Era figlio unico di buona famiglia e padre di un bambino di due anni. Ha deciso di compiere l'estremo gesto gettandosi dal balcone dei suoi genitori, dal settimo piano. Un intero quartiere è sotto choc.
Incontenibile il dolore degli amici che raccontano: «G. era disperato per la mancanza di lavoro Non era un delinquente, non aveva problemi di droga».
«Avrebbe voluto solo una vita dignitosa - è il commento di Luigi Concilio, presidente de I Boss della Comunicazione - negata dalla malapolitica e dalle associazioni che mettono in primo piano solo rom e stranieri, dimenticandosi dei nostri ragazzi, perchè con loro non fanno business».
«Il dramma che lo ha ucciso – commenta il presidente della Municipalità Angelo Pisani – è quella mancanza di lavoro che non è una conseguenza del destino, bensì una colpa grave, un macigno pesante sulla coscienza di chi ha il dovere di assicurare un futuro lavorativo alle giovani generazioni e pensa invece solo al proprio tornaconto politico.
I nostri quartieri – incalza Pisani – continuano ad essere ricettacolo di squallide passerelle elettorali e ancor di più lo saranno nei prossimi mesi, quando vedremo piccoli e grandi responsabili di questi autentici crimini contro l’umanità scendere dalle vetture spalleggiati da autisti, portaborse e guardie del corpo in incognito, per gettare al popolo l’ennesima dose di promesse elettoralistiche. Stavolta però si sbagliano: qui la gente non dimentica, e saranno proprio tragedie come quella del ventenne di Don Guanella a lasciare il segno, la traccia indelebile dell’abbandono politico-istituzionale che è alla base della disperazione. Rivolgo perciò un appello al premier Matteo Renzi affinché assuma immediatamente concrete e tangibili iniziative per i giovani dei nostri quartieri nel segno di nuova e duratura occupazione. Sono questi gli unici banchi di prova per un governo che dice di voler cambiare pagina. Viene prima la vita dei nostri ragazzi, poi le leggi elettorali».