Napoli Teatro Festival,
tutti i numeri di un flop

Napoli Teatro Festival, tutti i numeri di un flop
di Davide Cerbone
Sabato 16 Luglio 2016, 11:32 - Ultimo agg. 17 Luglio, 08:36
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E così, tra un dramma e una commedia, tra uno Shakespeare e un Eduardo, cala il sipario. Sugli spettacoli di sicuro, sulle polemiche chissà. Perché il Napoli Teatro Festival Italia 2016, aperto il 14 giugno all'Istituto penale minorile di Nisida da La tempesta di Fabrizio Arcuri con Michele Placido, è nato e proseguito nel segno delle dispute tra D&G, nella fattispecie Dragone & Grispello, rispettivamente direttore artistico e presidente. Eppure i 57 titoli ospitati hanno portato a Napoli e in Campania grandi nomi della scena nazionale e internazionale. Il Festival firmato Franco Dragone ha coinvolto 46 compagnie da quattro continenti: 21 straniere, 9 italiane e 16 campane, per un totale di 176 alzate di sipario (128 a Napoli e 48 in altri luoghi della regione), alle quali hanno assistito, stando ai dati ufficiali, 33mila spettatori, dei quali 24mila a Napoli e 9mila in Campania. A dispetto di una qualità artistica apprezzabile, però, i risultati sono in chiaroscuro. Se il 27 giugno il concerto dei Foja ha richiamato al San Carlo quasi 1300 persone che hanno riempito quasi completamente la sala, il giorno dopo ad occupare per metà l'Arena Flegrea, dove andavano in scena le Love stories delle sorelle del pianoforte Katia e Marielle Labèque, erano soprattutto invitati: su poco più di 2mila spettatori soltanto 700 erano paganti. La questione degli omaggi non è episodica: secondo indiscrezioni, dei 30mila biglietti staccati in trenta giorni di Festival ben 20mila sono stati dati gratis. È successo per St/ll del celebrato Shiro Takatani: il 21 giugno in sala c'erano 600 spettatori, ma oltre la metà non aveva pagato.

Per Il funambolo il primo luglio al Sannazaro appena 87 su 350 hanno aperto il portafogli.
Il giorno seguente all'Augusteo i paganti per Flexn erano 180, gli spettatori seicento. E non sono mancati i flop, alcuni a dire il vero imputabili a sfortunate coincidenze con partite di cartello degli Europei di calcio: al Nuovo, Money ha incassato in due repliche 600 euro e Mentre aspettavo del siriano Abusaada ha riempito soltanto 150 (la prima) e 200 (la replica) delle 560 poltroncine del Bellini. A guardare Madre di pietà al Museo diocesano erano invece una sessantina. E ci sono spettacoli che hanno incassato meno di duecento euro. Molto bene, invece, Le troiane al Parco archeologico di Pausilypon, Mare mater al Molo San Vincenzo, Peccato che fosse puttana alla Galleria Toledo, Late Night al Piccolo Bellini e Passage through the world, firmato da Shirin Neshat e da Shoja Azari per il Museo diocesano, tutti premiati con percentuali di riempimento oltre il 90%. Numeri controversi per Le Olimpiadi di Buffa: bene a Napoli, male a Salerno e Avellino. Oltre i conti di fine mese e gli interrogativi sulla sessione invernale (nei giorni scorsi il presidente Grispello ha detto a «Il Mattino» che potrebbe saltare), restano le perplessità per una rassegna che in nove anni, pur impiegando circa 60 milioni di fondi pubblici, non è riuscita a stabilire con la città una connessione sentimentale. Un'incapacità rivelata in tutta la sua evidenza da un quesito semplice semplice: quanti conoscono il Ntfi? La risposta è impietosa: pochi a Napoli, pochissimi fuori. È questa la grande sfida che Dragone & Grispello si trovano davanti. Sempre che, calato il sipario, la coppia non scoppi.
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