Non si sono mai preoccupati di nascondere un fortissimo accento campano e, in un'occasione, sono persino giunti a salutare le vittime, prima di andarsene, mentre venivano ripresi dalle telecamere della video-sorveglianza.
I militari hanno ricostruito la dinamica dei colpi e il ruolo avuto dai singoli criminali: mentre il «palo» rimaneva a vista sull'esterno, gli altri tre malviventi entravano negli istituti pochi minuti prima della chiusura, intimidivano i dipendenti simulando di avere armi da fuoco, per poi rinchiuderli in bagno. Subito dopo svuotavano le casseforti, gli sportelli bancomat e si dileguavano a piedi, confondendosi tra i passanti del centro città. Le indagini hanno documentato la presenza nel gruppo di una donna di 33 anni, che ha sempre avuto un ruolo di primo piano, imponendosi per la forte personalità sui 3 complici, di età compresa tra i 36 e i 51 anni. Uno di loro ha affermato di essere divenuto rapinatore poiché lo stipendio di casellante autostradale non bastava più.