Napoli, turista in comitiva scippata
e ferita: «Ma non vado via»

Napoli, turista in comitiva scippata e ferita: «Ma non vado via»
di Nico Falco
Martedì 30 Agosto 2016, 10:12
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Camilla ha 28 anni, capelli castani e un fisico minuto. È veterinaria, vive a Monza. E' arrivata a Napoli due giorni fa con un gruppo di amici e Jacopo, il fidanzato, milanese, ricercatore universitario a Firenze. Prima volta in città per entrambi, che nei giorni precedenti erano stati a Lettere per un matrimonio. Domenica pomeriggio, con la smania di vedere la città, il gruppetto di turisti, una decina, ha scarpinato tra i vicoli del centro storico, tra le piazze ricche di monumenti, ha guardato ammirato le curiosità di Spaccanapoli. Seduta al bar, la ragazza racconta quello che ha visto con gli occhi colmi di meraviglia per quella città che ha iniziato a scoprire e che avrebbe voluto visitare nei prossimi giorni con più attenzione, concedendosi qualche altra passeggiata, magari più rilassata, tra quelle bellezze che finora aveva solo visto in televisione o su internet. Giura che lo farà, ma la prossima volta: adesso, con un alluce rotto e ventuno giorni di prognosi, non è proprio possibile. «Per la prima volta in città, la mia prima frattura», scherza la ragazza, che trova la forza per sdrammatizzare quell'episodio che ha trasformato una vacanza finora splendida in una brutta avventura che porterà i suoi strascichi per quasi un mese. «Era notte inoltrata, forse le due, - racconta, - stavamo tornando in albergo. Eravamo una decina, io ero rimasta un po' indietro. Giusto un paio di metri. Stavamo attraversando la strada». È stato in quel frangente che il suo fisico minuto e la borsa che portava appesa alla spalla sono diventati l'esca irresistibile per una coppia di scippatori che, probabilmente, aspettava proprio la vittima più semplice da aggredire. È durato tutto pochi secondi, all'incrocio tra via Giuseppe Pica e via Silvio Spaventa.

«Ho sentito che mi afferravano la borsa e istintivamente mi ci sono aggrappata. Ho avuto paura, ho provato a gridare ma la voce era come bloccata in gola. Nella borsa c'erano solo il cellulare e poche decine di euro, ma non volevo dargliela vinta. È successo lì, proprio davanti a quella cappella di Padre Pio, e mi hanno trascinata fino a quelle piante».

Indica i punti, saranno almeno quattro o cinque metri. Nessuno si era accorto del pericolo. Jacopo si è visto passare praticamente davanti la fidanzata, stretta alla borsa mentre gli scippatori acceleravano. Poi la ragazza è riuscita a gridare. I criminali hanno mollato la presa e, temendo forse di essere bloccati dal gruppo di ragazzi, sono scappati. Un paio di accelerate e sono scomparsi. «Uno aveva la felpa bianca, lo scooter era piccolo, scuro - cerca di ricordare la ventottenne, - ma è stato tutto troppo veloce, era anche buio».
Una volta scaricata l'adrenalina, però, Camilla si è accorta di essersi ferita in quella caduta rovinosa. «In albergo ci hanno fornito le prime cure, mi hanno medicato e sono stati tutti molti disponibili, ma prima che si gonfiasse tutto - racconta - abbiamo deciso di andare in ospedale. Abbiamo preso un taxi e siamo andati al Loreto Mare, dove mi hanno sottoposto a esami e radiografie. Ho una frattura dell'alluce: ventuno giorni di prognosi. Ci hanno detto che solo domenica notte erano già arrivate altre due vittime di scippo. Anche lì abbiamo trovato una professionalità inappuntabile e soprattutto abbiamo rivisto il cuore dei Napoletani, quello che avevamo imparato a conoscere nei giorni scorsi: non c'era una sola persona che non ci chiedesse come stessimo, che non si sincerasse delle nostre condizioni e che non stigmatizzasse quello che ci era successo. Si sentivano in colpa, si scusavano per quel brutto episodio, ma è chiaro che i Napoletani non c'entrano nulla».

In ospedale i ragazzi hanno sporto denuncia. Hanno raccontato l'accaduto agli agenti dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura, guidato dal dirigente Michele Spina, che dopo aver raccolto tutti i dati hanno diramato le note di ricerca e organizzato i primi pattugliamenti nell'area della stazione centrale. Successivamente nelle indagini sono subentrati, per competenza territoriale, i poliziotti del commissariato Vicaria Mercato, agli ordini del dirigente Alberto Francini. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sorveglianza di hotel e di attività commerciali della zona che potrebbero aver ripreso l'aggressione o gli scippatori negli attimi immediatamente precedenti e durante la fuga. Brutta avventura ormai alle spalle, Camilla però non ha perso le speranze. Ha un dito rotto, ma fa spallucce.

«Sarà un problema per il lavoro - dice - ma passerà. Prima dello scippo avevo chiamato i miei genitori per raccontare loro quanto fosse bella Napoli e non ho cambiato idea. Ci torneremo. Certo, faremo un po' più di attenzione la prossima volta, ma resta una città che merita di essere visitata e vissuta e abitata da tante persone straordinarie». E ora? «E ora facciamo buon viso a cattivo gioco. Nei prossimi giorni andremo a Pompei, poi saremo di nuovo in giro per la città. Ci organizzeremo coi mezzi pubblici, con un taxi: c'è ancora tanto da vedere».
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