Viaggio nella polveriera del Vasto dopo l'aggressione degli immigrati ai militari: «Abbiamo paura di uscire di casa»

Viaggio nella polveriera del Vasto dopo l'aggressione degli immigrati ai militari: «Abbiamo paura di uscire di casa»
di Oscar De Simone
Lunedì 7 Agosto 2017, 20:12 - Ultimo agg. 23:50
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Una realtà parallela, un mondo diverso e autonomo. È il Vasto, è un microcosmo a due passi dalla stazione centrale e da piazza Garibaldi, biglietto da visita per migliaia di turisti. Via Firenze, via Milano e via Torino: ognuna di queste strade racchiude decine di storie di abbandono, miseria e degrado. L’ultimo gravissimo episodio di violenza risale a domenica sera: da una parte giovani immigrati, dall’altra i miliari dell’Esercito impegnati in operazioni di pattugliamento. Le immagini - riprese da un cittadino dal balcone - di casa non lasciano spazio a dubbi o incertezze. La volontà, da parte degli extracomunitari, di liberare un connazionale fermato dai soldati è stata talmente forte da scatenare una maxi rissa.

«Abbiamo visto la scena ma non siamo rimasti sorpresi più di tanto perché abituati a questo scempio - dicono i residenti ormai rassegnati - Da tempo assistiamo a scontri in strada anche tra le diverse comunità di immigrati e da tempo denunciamo tutto inutilmente. Anzi, ci sorprende, adesso, tutta questa attenzione sul nostro quartiere».
 


I marciapiedi di via Firenze, ieri scenario della rissa, anche questa mattina sono brulicanti di vita e di attività commerciali. Il mercato in pieno fervore ospita i soliti ambulanti, quelli che da anni animano queste strade ai margini della stazione centrale. Anche tra gli ambulanti, però, serpeggia la paura: «Sì, abbiamo paura - confessano - perché temiamo che ora si possa scatenare una caccia al nero. Noi siamo in Italia da trent’anni e non ci siamo mai macchiati di alcuna colpa o delitto. Non vogliamo pagare per i peccati degli altri».

La sensazione, però, è che anche tra gli ambulanti prevalga la rassegnazione: «Questa è una guerra, una guerra tra poveri. Tutte le grandi città nel mondo vivono queste esperienze di violenza e degrado, ma altrove lo Stato fa la sua parte. Bisogna educare la gente e prendere le distanze da questi episodi e da questi violent».

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