Napoli, le nuove abitazioni popolari
assegnate ai camorristi

Napoli, le nuove abitazioni popolari assegnate ai camorristi
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 24 Marzo 2017, 00:01 - Ultimo agg. 14:41
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Si chiama Davide Francescone, è stato accusato di essere uno degli assassini di Antonio Landieri, vittima innocente della prima faida di Scampia. È stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare alla fine di gennaio, poi è stato scarcerato dal tribunale del riesame, anche se resta in galera per altri reati: alla sua famiglia è stata assegnata dal Comune di Napoli una delle nuove case destinate agli abitanti delle Vele. Alla faccia di norme, giuramenti e proclami, il suo è uno dei casi che dimostra come i malavitosi continuino ad allungare le mani sul patrimonio degli enti pubblici grazie al collaudato meccanismo delle occupazioni abusive e della successiva immancabile sanatoria.

Quello che riguarda Francescone e la sua famiglia è uno dei tre provvedimenti che i funzionari dell’ufficio casa non avevano voluto firmare, ma il parere dell’avvocatura comunale ha dato torto ai dipendenti e l’assegnazione è stata alla fine fatta dalla dirigente del settore. E adesso si rischia che altri pregiudicati possano ottenere lo stesso beneficio. 
La storia è lunga e, come tutte quelle che hanno a che fare con la burocrazia, a tratti anche noiosa. Ma, con un po’ di pazienza, aiuta a capire come la malavita riesca a dominare nella cosiddetta edilizia popolare.

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