Napoli, «tre dita» voleva uccidere la ex
era in permesso premio dal carcere

Napoli, «tre dita» voleva uccidere la ex era in permesso premio dal carcere
di Nico Falco
Lunedì 22 Agosto 2016, 09:51 - Ultimo agg. 10:27
3 Minuti di Lettura
Approfittare del permesso premio per evadere dai domiciliari, rivolgersi a qualche vecchio contatto nel cuore della città, recuperare un'arma e correre verso la Germania, dove mettersi alla ricerca dell'ex convivente con lo scopo di ucciderla. Il piano sconclusionato e traballante di un pregiudicato napoletano di 41 anni è naufragato sul nascere, quando le forze dell'ordine lo hanno sorpreso mentre girovagava di notte e lo hanno sottoposto a controlli appurando le sue generalità, la pena che stava scontando e, successivamente, anche le sue intenzioni. Il protagonista si chiama Vincenzo Alborino, anche se all'anagrafe del malaffare è meglio noto col soprannome di «tre dita», affibbiatogli dopo che gli furono amputate le falangi del pollice e l'indice della mano destra.

Pluripregiudicato, con una lunga fedina penale che raccoglie un elenco di svariati reati, ha trascorso praticamente gli ultimi 22 anni della sua vita in diversi istituti di pena, fino ad arrivare al Carcere - Casa Lavoro di Chieti, dove stava scontando la pena. Nei giorni scorsi l'Autorità Giudiziaria gli aveva accordato un permesso premio di sette giorni. Una licenza di una settimana che avrebbe dovuto trascorrere lontano dal centro di detenzione, nella sua casa di Fuorigrotta, ma sottoposto al regime dei domiciliari. Sabato mattina aveva lasciato Chieti ed era tornato a Napoli. L'occasione, probabilmente, era quella che Alborino aspettava da tempo. Con quella lunga detenzione troppe questioni erano rimaste in sospeso, tra cui la situazione con l'ex convivente che nel frattempo si era trasferita in Germania. Vecchi rancori, soltanto sopiti mentre l'uomo era in galera, pronti a scattare fuori alla prima occasione propizia. Secondo le indagini degli inquirenti, il suo progetto era di uccidere la ex. Non appena tornato a Napoli, invece di restare chiuso in casa, «Tre dita» aveva avviato la sua ricerca. Gli serviva, è quanto hanno ricostruito gli investigatori - innanzitutto un'arma e, ritenendo di poter contare su conoscenze «nel giro», credeva di poterla reperire senza troppi problemi a Forcella. Aveva aspettato la notte e, da Fuorigrotta, era andato verso il centro di Napoli. Probabilmente dopo aver recuperato la pistola sarebbe direttamente partito alla volta della Germania, nella speranza di portare a termine la sua missione omicida prima che la sua assenza venisse scoperta e poi avrebbe deciso se ritornare a Napoli o cercare di far perdere le proprie tracce. Era in via Pietro Colletta quando è incappato nelle forze dell'ordine.

I poliziotti delle sezioni Volanti dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura e del commissariato San Paolo, guidati dai dirigenti Michele Spina e Pasquale de Lorenzo, lo hanno notato in strada a piedi e lo hanno fermato per accertamenti. L'uomo ha cercato di scappare, divincolandosi e aggredendo i poliziotti per farsi largo. Tutto inutile, non senza difficoltà è stato bloccato e arrestato. Il controllo sui terminali ha confermato i sospetti: non aveva ancora ultimato di espiare la pena e aveva sfruttato la licenza premio per evadere dai domiciliari. Negli uffici di Polizia Alborino ha cercato nuovamente di scappare, minacciando di morte i poliziotti; due di questi, per bloccarlo, hanno riportato lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. Nel prosieguo delle indagini gli investigatori hanno appurato che dietro la fuga c'era la ferma decisione di scovare la donna e ucciderla. Dopo le formalità di rito il quarantunenne è stato condotto nelle camere di sicurezza della Questura, denunciato in stato di libertà per minacce a pubblico ufficiale e in attesa di essere processato, per direttissima, con le accuse di evasione, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA