«Minacce e danni alle auto in sosta, la mia vita distrutta dai violenti della movida»

«Minacce e danni alle auto in sosta, la mia vita distrutta dai violenti della movida»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 14 Gennaio 2018, 11:48
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Un brutto segnale che inasprisce gli animi già tesi. Nel giorno in cui sfila il Comitato per la Quiete pubblica nella prima «Marcia per la vivibilità cittadina, contro l'illegalità diffusa e la camorra», Mauro Boccassini, presidente del gruppo di residenti di Aniello Falcone, riceve una brutta sorpresa: l'automobile della moglie parcheggiata sotto casa ha due ruote squarciate da fendenti di un coltello dalla lama lunga e larga. Non è la prima volta che succede, ma la terza in appena nove giorni.
 


Boccassini, cosa è successo questa volta?
«Mi accingevo a partecipare alla marcia di protesta contro la movida selvaggia, quando ho accompagnato mia moglie alla sua automobile. Due ruote avevano ricevuto dei fendenti con un coltello largo almeno due centimetri, il terzo episodio in appena nove giorni. Il primo l'ho scoperto il 4 gennaio e anche quella volta sono state bucate due ruote, giovedì scorso una ruota, e oggi (ieri per chi legge, ndr) ancora due. Ho immediatamente denunciato agli organi competenti anche questo episodio, ormai è più il tempo che passo in commissariato di quello in famiglia».

Ha pensato ai possibili autori?
«Certo, e dopo quest'ultimo caso inizio a pensare che sia un'intimidazione per il mio impegno con il comitato Aniello Falcone. Si vede che contrastare la movida selvaggia e la mancanza di rispetto delle regole dà fastidio a qualcuno».

Non potrebbe essere stato un vandalo non legato all'ambiente della movida?
«Potrebbe ma, come dicevo, dopo il terzo episodio in nove giorni inizio a pensare sia altro. Periodicamente su via Aniello Falcone sono avvenuti casi di ruote squarciate, ma sempre in un punto molto lontano da qui, a una serie di auto parcheggiate e con un punteruolo. Stavolta sta avvenendo solo a me e con un'arma differente. Inoltre da ottobre sono bersaglio di insulti, minacce e aggressioni. Anche la vigilia di Natale non mi hanno lasciato in pace: la polizia ha dovuto scortarmi al supermercato perché temevano per la mia incolumità».
 
Scortarla?
«È bastato affacciarmi al balcone per fumare una sigaretta per diventare oggetto di insulti da parte di alcuni fruitori assidui di un baretto. Mi invitavano a scendere, assicurando che mi avrebbero riempito la faccia di schiaffi, aggiungendo altre frasi ingiuriose e minacciose. Ho avvisato le forze dell'ordine e le urla sono state confermate alla polizia di Stato anche dalla municipale presente sul posto, quindi ciò che affermo è tutto verbalizzato e facilmente controllabile. Dovendo necessariamente uscire, è stato deciso che fosse meglio che mi accompagnassero».

Un clima assai teso: ha paura?
«Sinceramente sì. Dopo essere stato pestato a sangue a ottobre e dopo lo sconcertante raid nel mio palazzo da parte di un gruppo di cinque incappucciati, inizio a temere per la mia incolumità ma soprattutto per la mia famiglia. In quella occasione bussarono insistentemente ai campanelli degli appartamenti, urlavano e spaventavano i condomini, vandalizzarono ogni pianerottolo distruggendo qualsiasi oggetto incontrato e togliendo dalla parete il citofono. Solo il suono delle sirene della polizia li fece desistere dal fare chissà cos'altro, e scappare via».

Da allora cosa è cambiato?
«Ho iniziato a defilarmi, a non espormi più pubblicamente, cedendo alle richieste di mia moglie terribilmente spaventata da questi episodi. Io stesso ho paura per lei, per mio figlio, per i miei genitori. Sono molto spaventato, la mia vita è un inferno. Abbiamo dovuto blindare l'androne del palazzo e quando esco di casa, ho paura, mi guardo sempre alle spalle».

Così però non si vive...
«Passerà, resto fiducioso e credo nelle istituzioni: questore e prefetto hanno ascoltato le rimostranze dei residenti di via Aniello Falcone e si sono mossi con azioni precise.
Inoltre questa recrudescenza di azioni violente è avvenuta in concomitanza con l'arrivo del comandante Gaetano Frattini, che ha portato una ventata di legalità in via Aniello Falcone: la municipale nei week-end va via alle 2,30, i controlli si sono fatti più incisivi e per la prima volta da tempo immemore non ci sono più i dehors abusivi, tranne uno, l'unico con regolare licenza. La buona movida è possibile e questo grazie al capitano della polizia municipale dell'Unità operativa Vomero. Non ho mai osteggiato il divertimento fine a se stesso, ma l'assenza delle regole. Qualcosa al Vomero sta cambiando».

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