Napoli, Lo Russo contro Mallo
«Diedi ordine di tagliargli la testa»

Napoli, Lo Russo contro Mallo «Diedi ordine di tagliargli la testa»
di ​ Giuseppe Crimaldi
Lunedì 17 Ottobre 2016, 16:27 - Ultimo agg. 19:18
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Era l'ultimo del gruppo di giovani pronti a tutto che volevano scalzare il clan Lo Russo dai quartieri dell'area nord di Napoli. Mancava solo lui all'appello, perché i suoi tre complici - a cominciare da Walter Mallo, il capo del clan che ha seminato terrore e morte al Rione don Guanella - era già finito in galera con altri due complici prima dell'estate. Fine della corsa, adesso, anche per Rudi Rizzo, 31 anni: ad arrestarlo sono stati i carabinieri del Nucleo operativo di Napoli che hanno eseguito un'ordinanza cautelare in carcere con le accuse di associazione camorristica finalizzata al traffico di armi, di stupefacenti e alle estorsioni.

L'ordinanza del gip è la sintesi di un'attività investigativa recente, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda partenopea Filippo Beatrice: un documento che fornisce il più lucido e agghiacciante quadro della camorra cittadina, sempre più frammentata e in balìa di nuove bande emergenti composte da giovani pronti a tutto.

In questi atti c'è spazio anche per le dichiarazioni di un pentito eccellente, l'ex capo del clan dei Capitoni di Miano, Carlo Lo Russo. I Mallo lo volevano morto ed è per questo che lo stesso Carlo Lo Russo diede ordine ai suoi sicari di farlo fuori. «Avevo dato l'ordine - spiega Lo Russo - a Luigi Cutarelli (suo fidato uomo del gruppo di fuoco dei Capitoni, ndr) di uccidere Mallo e poi di tagliargli la testa, portarsela e lasciarla in un water al centro del rione don Guanella. L'idea mi venne perché lui si chiama Walter, come il gabinetto...»


Furono mesi di fuoco, quelli che si susseguirono tra la fine dell'inverno e la primavera scorsa tra Miano e il Don Guanella. Scanditi da giornate e nottate in cui si susseguivano i raid armati degli uni e degli altri contendenti, con una serie di "stese" e sparatorie tra la gente e in presenza anche dei bambini che giocavano in strada. Durante uno di questi agguati venne anche uccisa un'innocente: Giovanna Paino, 60 anni, travolta mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali da uno scooter con a bordo i killer dei Lo Russo. Successive intercettazioni misero in luce la spietatezza dei camorristi: "Abbiamo ucciso una vecchia", dissero senza mostrare alcuna pietà i due investitori parlando al telefono con alcuni complici.

Rudi Rizzo, ultimo "acquisto" fatto dal clan Mallo, divideva con i complici tutto, persino la casa. I quattro (Mallo, Vincenzo Danise, Paolo Russo e Rudi), dopo aver sfrattato una famiglia legittima assegnataria di un appartamento al nono piano nel Rione, vivevano insieme e da quel covo programmavano la strategia della tensione al don Guanella e a Miano.

Dopo l'arresto dei suoi compagni si era fatto tatuare sul braccio un kalashnikov e i nomi di tre suoi amici, tra cui quello del boss, finiti in cella. Ad incastrare Rizzo sono state le intercettazioni registrate nell'abitazione di Walter Mallo, che - sempre secondo gli inquirenti - aveva avviato una guerra contro il clan Lo Russo, i cosiddetti «capitoni», a cui voleva strappare l'egemonia negli affari criminali nel rione Don Guanella. Un gesto sfociato in numerose sparatorie, tra cui quella in cui lo stesso Mallo venne ferito e per la quale è indagato anche il boss Carlo Lo Russo.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli contesta a Rizzo l'associazione a delinquere e la detenzione di armi.

Lo scorso 14 aprile, in un'operazione congiunta della Squadra Mobile e dei carabinieri, vennero sequestrate nell'isolato 59 del rione Don Guanella, roccaforte dei Mallo, quattro pistole, un fucile e diverse munizioni. La casa dove Walter Mallo abitava era stata letteralmente 'espropriatà alla legittima proprietaria. In una delle stanze, il boss della lacrima (ne aveva una tatuata sotto l'occhio sinistro, ndr), custodiva anche un rettilario con un pitone.
 

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