Dilaga tavolino selvaggio. Con il via libera a bar e ristoranti, ma soltanto per chi ha spazi all’esterno (fino al 1 giugno), sono stati letteralmente presi d’assalto i marciapiedi della città. Molti ristoranti pur di aprire hanno tirato fuori tavoli e sedie, tra chi ha già presentato al Comune la richiesta di occupazione suolo e chi invece, in barba alle regole, ha deciso di impossessarsi di pezzi di strada. La mail del Suap (sportello unico per le attività produttive) verrà probabilmente ingolfata dalle richieste di ristoratori e proprietari di bar, che chiedono di lavorare.
Da via Santa Brigida al centro storico, dal Vomero alla Pignasecca, è deregulation. In alcune zone, come a via Santa Brigida, c’è chi ha trasferito le sedute interne sul marciapiedi. Segnalazioni anche dal centro storico dove, chiunque abbia uno spazio esterno, cerca di approfittarne per creare delle sedute. Alla Pignasecca c’è chi invece ha inventato dei tavolini mobili utilizzando i paletti che delimitano la carreggiata. Si tratta di Armando Scaturchio, titolare dell’omonima pasticceria. «Un’idea che risale al 2019 - spiega il commerciante -, che oggi ripropongo visto che non posso usare la sala interna.
Il Comune già un anno fa aveva deciso di disciplinare l’occupazione suolo, in via transitoria, per il rilascio o ampliamento delle concessioni. Un’occupazione oltretutto gratuita, da effettuarsi esclusivamente con arredi ad impatto minimale (pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, con esclusione di elementi infissi al suolo) concessa fino al 31 ottobre 2020. Concessioni dunque scadute, ma che di fatto sono state ricollocate dov’erano prima del lockdown. Probabile che l’ente deciderà di riprendere quella stessa delibera e concedere l’ampliamento fino all’estate. Le occupazioni erano consentite a tutti gli operatori già titolari di concessione entro il limite massimo commisurato alla capacità operativa del pubblico esercizio. Per gli operatori che invece non ne erano in possesso, bastava comunicarlo al Suap. Una vicenda finita anche davanti alla quinta sezione del Tar Campania (presidente Maria Abbruzzese, estensore Pierluigi Russo), che il 24 luglio scorso mise la parola fine al lungo braccio di ferro tra residenti e Comune di Napoli.
L’ordinanza del tribunale amministrativo regionale respinse infatti l’istanza relativa alla sospensiva della delibera consiliare del 22 giugno nel derogare, temporaneamente, al regolamento comunale sui dehors, al rilascio con modalità semplificate dei nuovi permessi in favore dei titolari di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Intanto la deregulation è cominciata: Napoli è stata invasa da tavolini e sedie. Un caos che genera caos, con l’amministrazione che al momento è più impegnata a chiudere il bilancio (nelle ultime ore ci sono diversi campanelli d’allarme che hanno fatto storcere il naso al sindaco Luigi de Magistris), che a guardare fuori dalla finestra del Municipio.