Il presidente della Rete San Leucio Textile Gustavo Ascione si è soffermato sul tema della cooperazione tra le imprese per lo sviluppo dei mercati. «Il marchio ha due anime: da un lato la qualità del prodotto, garantita dall’utilizzo di fibre naturali, tinture ecocompatibili, un alto livello di rifiniture; dall’altro l’etica di produzione. Chi aderisce al marchio si impegna a rispettare il codice etico ereditato dalla tradizione borbonica che poggia sul rispetto e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e della risorsa umana. In più, il rapporto diretto tra la nostra rete d’impresa e il committente riduce il costo del prodotto, abbattendo tutti gli intermediari della distribuzione tradizionale. L’eccellenza della lavorazione ad un prezzo accessibile mira così ad un allargamento della platea di fruitori».
A trattare il profilo strategico e il valore del marchio il consulente marketing Vincenzo Cimmino che ha sottolineato come «trecento anni fa con il codice di San Leucio è nato un modo inedito e “illuminato” di approcciarsi alle produzioni.
Da quel codice etico nasceva un prodotto etico, a cui il marchio “San Leucio Silk” si ispira. Oggi per tradurre questo valore in business è fondamentale saperlo raccontare, puntare su una comunicazione emotiva».
L’ideazione di un marchio identificativo della denominazione del prodotto intende contraddistinguere i manufatti dei membri della rete da quelli di altre imprese, in base a origine, natura, qualità dei tessuti. La Camera di Commercio, proprietaria del marchio, affiancherà in questo progetto tutte le imprese che vorranno commercializzare, anche a livello internazionale, i prodotti realizzati. Ereditando la tradizione borbonica settecentesca, il lavoro sinergico tra i produttori serici e l’istituzione camerale, con la costituzione del marchio collettivo comunitario “San Leucio Silk”, punta così a promuovere e tutelare su tutto il territorio dell’Unione europea l’eccellenza di una produzione tessile che è la perfetta fusione tra modernità, tradizione ed innovazione e che trova sbocchi in disparati campi, dall’arredamento all’haute couture. Ne testimonia il prestigio, solo per fare alcuni esempi, la presenza delle sete di San Leucio in Vaticano, al Quirinale e nello Studio Ovale della Casa Bianca, al Parlamento di Malta e a Buckingham Palace.