Le orbite, gli zigomi, la bocca, la regione oculare ed i muscoli facciali sono i tessuti generalmente più coinvolti determinando un notevole disagio psicofisico nei pazienti affetti. Alla paziente è stato prelevato del tessuto sottocutaneo addominale con le relative connessioni vascolari. Il trapianto è stato poi trasposto a livello facciale, a colmare il difetto determinato dalla malformazione. Il successo del trapianto è dovuto all'impiego delle moderne tecniche di microchirurgia che hanno permesso di connettere i vasi del trapianto addominale ad un'arteria ed una vena riceventi isolate nel collo.
L'unione tra le strutture vascolari (microasnatomosi) è stata possibile grazie all'utilizzo di un microscopio operatorio che consente un ingrandimento adeguato affinché si possano eseguire le anastomosi che permettono la sopravvivenza del trapianto.
L'équipe chirurgica, guidata e coordinata dal dottor Carmine Taglialatela (responsabile del servizio di Chirurgia Maxillo-Facciale), era composta dai dottori Giuseppe de Maria e Luca Zuccarino, con la cooperazione del Chirurgo Plastico aggiunto dottor Salvatore Taglialatela, esperto in microchirurgia ricostruttiva.