Napoli, non bastano 3 telecamere
per la fontana di Re Carlo II

Napoli - Fontana di Monteoliveto
Napoli - Fontana di Monteoliveto
di Eduardo Improta
Mercoledì 23 Agosto 2017, 16:36 - Ultimo agg. 24 Agosto, 06:55
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In tanti si indignano nel vedere uno dei monumenti più belli di Napoli: la storica fontana del 600 di Monteoliveto, conosciuta anche come la fontana di Re Carlo II, trasformata in una discarica a cielo aperto. Solo pochi giorni fa, la fontana è stata ripulita dai consiglieri della seconda municipalità. L’ispiratore dell’iniziativa fu il consigliere municipale Salvatore Iodice che tuonò «menomale che il mio naso non funziona tanto bene, perché il fetore dell'inciviltà è tanto forte che non si può sentire». Furono rimosse centinaia di bottiglie e lattine, melma viscida puzzolente e rifiuti di ogni genere. La fontana è anche oggetta di danneggiamento con imbrattamento continuo della parte marmorea con graffiti con scritte oscene o di vernice delle bombolette spray.
 
 


Sono tanti i cittadini che si chiedono come mai, tanto scempio e degrado, neppure le tre telecamere di sorveglianza con obiettivi a 360 gradi, installate a pochi metri dalla fontana, funzionano come deterrente per scongiurare il deturpamento del monumento. La funzione di deterrenza è propria delle politiche di sicurezza locali e corrisponde a quella di “guardiano efficace” capace di scoraggiare atti criminosi nello spazio pubblico.

La video sorveglianza non può essere la panacea di tutti i mali. Se così fosse, il problema della criminalità, almeno quello riguardante i cosiddetti reati predatori, furti e rapine, sarebbe stato completamente azzerato. È indubbio, però, che le immagini possano essere un validissimo supporto per le forze dell’ordine.
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